Dialogo in Cielo
Un racconto ispirato alla Scienza dello Spirito
(Tempo di lettura 17 minuti)
Guardando tristemente giù, verso la sua amata Terra, e vedendo che soffriva in ogni suo angolo, l’Angelo Bianco ebbe un moto di disappunto e scrollando il capo disse tra sé:
“Qui bisogna fare qualcosa”.
Già molte volte aveva pensato d’intervenire con forza nella vita dell’uomo, ma aveva un rispetto così sacro della Libertà che si era limitato a piccoli incoraggiamenti, a dolci inviti, i quali risultavano talmente leggeri da essere percepiti soltanto dalle anime umane più pure. Le altre anime rimanevano grottescamente impigliate nel loro cemento, nelle loro auto, nei loro centri commerciali. Stavano morendo di fame e di sete spirituale, ma non vedevano la Fonte a cui attingere e restavano sempre fermi. Correvano tanto con le gambe e con l’anima erano sempre immobili, mummificati, senza alcuna direzione.
L’ Angelo Bianco prese allora una difficile decisione. Chiamò l’Angelo Nero e gli disse:
“Mi serve il tuo aiuto”.
“Caspita”, disse l’Angelo Nero, “che ti succede? Spesso devo lavorare a tua insaputa e le poche volte che mi hai chiamato è stato per inventare cose assai tragiche, guerre, terremoti, alluvioni… Che cosa dovrei progettare adesso? Un’altra guerra? Non mi va di far morire persone. In fondo le anime dei morti salgono Quassù, riparano i loro errori per poi tornare di nuovo giù, magari più buoni. No, no! Io non ho alcun interesse in questo, li voglio vivi io gli esseri umani, li voglio nelle mie trappole materiali, quindi non chiedermi di farli morire”.
“Non ti ho chiesto questo. Ma tu sempre parli per conto tuo, brontolando, quando, se ti fermassi un attimo, capiresti da solo perché ti ho chiamato”.
“Mmm…”, mugugnò l’Angelo Nero, “quindi io non sarei abbastanza intelligente da capire perché mi hai chiamato? Vediamo un po’… Nemmeno tu vuoi che la gente muoia vero?”
L’Angelo Bianco scosse il capo.
“Ho capito. Quello che vuoi è che l’umanità conosca lo Spirito senza prima morire. Credo sia un’impresa impossibile. Li ho troppo viziati quelli laggiù, talmente tanto che non si accorgono più nemmeno di me. Ho reso tutto troppo comodo e passo trasparente davanti ai loro occhi”.
“Tu hai un’arma perfetta, amico mio. Un’arma che io non possiedo. È la capacità di suscitare Paura”, replicò con decisione l’Angelo Bianco.
“E cosa se ne farebbero gli esseri umani della Paura? Potrebbero forse tramite essa rivolgersi allo Spirito? Si rinchiuderebbero ancor più nelle loro fortezze interiori e bloccherebbero qualsiasi impulso di vita soprasensibile, e pure quello della vita dei sensi. Non mi pare una buona idea. Sono talmente abituati a vivere insieme alle mie schiere che hanno perso totalmente il senso della Paura. Anzi, si credono pure onnipotenti, perché così li ho resi io. E così, ecco qua, anche la mia arma più forte non ha più alcun potere”.
“Io ho tutta un’altra idea invece. Forse ho più fiducia in te di quella che hai tu, amico caro”.
“Non chiamarmi amico caro”.
“Non posso che chiamarti così. Io non ho nemici, soltanto amici, e tu sei il mio amico migliore, perché solo attraverso te posso realizzare ciò che è necessario alla Vita della Terra. Quindi, amico mio, dammi la tua mano e usa la tua astuzia e la tua saggezza per infondere Paura negli esseri umani”.
“E va bene, ma qualora ci riuscissi, che te ne farai degli essere umani spaventati”?
“Approfitterò della loro fragilità per infondere nelle loro anime le mie carezze. E allora le sentiranno”, rispose sorridendo l’Angelo Bianco.
“Secondo me tu sei un ingenuo. La Paura raffredda, congela, indurisce, ma te lo devo spiegare io? Ma quali carezze possono sentire? Comunque va bene, va bene, ci provo. Fammici pensare un po’”.
“Io ci ho già pensato”.
“Ohibò, mi vuoi togliere il lavoro?”
“No certo, ci ho solo pensato. Poi tu puoi mettere in opera a modo tuo”.
“Sentiamo un po’”.
“Secondo te di cosa potrebbero aver Paura gli uomini?”
“Boh, hanno sempre paura di morire e tuttavia vivono come morti. Non solo tu, ma nemmeno io posso bussare alla porta della loro anima. Un’anima morta non può aprire la porta a nessuno. Non c’è proprio soddisfazione”.
“Bene, però la paura di morire nel corpo ce l’hanno, anche se non sanno di essere in un certo senso già morti”.
“E quindi?”
“E quindi trova il modo di spaventarli, di creare uno spavento che riguardi il corpo. E’ l’unica cosa che ancora riconoscono di se stessi. Al resto ci penserò io”.
“Mmm… potrei inventare una malattia”.
“Già, una malattia, purché non sia grave e non provochi dolore”.
“Pure questo! Una malattia senza dolore! Dovrebbe essere una malattia finta”.
“Perfetto, una malattia finta!” L’Angelo Bianco era proprio soddisfatto.
“Sai che mi stai facendo tornare la voglia di lavorare? Dunque, devo inventare una malattia che non c’è, far credere agli esseri umani che c’è, e spaventarli così tanto da renderli…”
“Spaventarli così tanto da renderli impotenti, così, quando saranno impotenti si rivolgeranno a me”.
“Già, e tu cosa mi darai in cambio”?
“Ti aiuterò a diventare Bianco come me”.
“Non voglio diventare Bianco come te. Sono nato Nero e così voglio restare.”
“Perché non sai cosa vuol dire essere Bianco. Sei come gli esseri umani. Non sanno cos’è la Luce e stanno nel buio senza provare a scoprire cosa c’è al di là del buio. Ma se per caso lo scoprissero…”
“Va bene, va bene, tanto alla fine hai sempre ragione tu. Quanto tempo ho?”
“Facciamo entro Pasqua. Tu hai molta forza nel tempo quaresimale”.
“Già, l’avevo quasi dimenticato”. L’Angelo Nero fece per andarsene, ma l’Angelo Bianco lo richiamò.
“Ti raccomando. Deve essere coinvolta l’intera Terra, devono essere risparmiati i bambini e i ragazzi, devono morire soltanto coloro per i quali è già scritto che stanno oltrepassando la Soglia. Nessun altro. E abbi uno sguardo particolare per l’Italia. Non dobbiamo dimenticare che l’Italia ha una missione importante per l’intero pianeta”.
L’Angelo Nero sbuffò con tutti quei “devi”, “devi questo, devi quello”, ma sotto sotto era contento. In fondo aveva sempre un margine di disobbedienza e questa finalmente era un’impresa interessante, finalmente poteva mettere in moto la sua dinamica creatività.
Chiamò tutte le sue schiere e spiegò loro il progetto:
“Non è difficile”, disse, “io darò forma ad un virus e questo è semplice perché c’è talmente tanta sporcizia nelle cellule umane che è molto facile estrarre un virus da esse, poi lo inoculerò in qualche persona anziana che sta per morire. Voi intanto dovete accostarvi agli esseri umani durante la notte e mentre dormono imprimere la Paura nel loro corpo eterico. La mattina si sveglieranno e avranno Paura e non sapranno perché. Più tardi sentiranno la tv e tutti gli altri mezzi d’informazione parlare di un nuovo strano virus per il quale non esiste alcuna cura. La Paura allora aumenterà e creerà un contagio tra gli uomini assai più potente del virus, dovrà attraversare gli oceani, raggiungere ogni luogo. Io intanto mi diletterò a cambiare forma al virus, così che non si riesca a trovare un rimedio per sconfiggerlo. La Paura dilagherà e questo non farà altro che dare più forza al virus, perché i virus si nutrono della Paura degli esseri umani. Insieme creeremo una vera finta pandemia, quale mai è esistita sulla Terra. Sarà davvero soddisfacente per tutti noi ottenere questo risultato! Forza, io mi occupo del virus, voi di suscitare Paura. Se non vi sentite abbastanza forti, chiamate a voi gli Esseri Elementari, quelli che hanno simpatia per noi Neri. Saranno contenti di darci una mano”.
E così tutti i Neri si misero al lavoro, mentre l’Angelo Bianco osservava da Lassù, con molta attenzione ogni cosa.
Il lavoro si svolse con molta cura.
L’ Angelo Nero estrasse il virus dalle cellule malate degli uomini più materialisti, si assicurò che non provocasse la morte e cominciò a diffonderlo, mentre i suoi collaboratori, più attivi che mai, durante la notte insinuarono la Paura nel corpo eterico degli uomini. Così, quando tutti i mezzi d’informazione annunciarono la comparsa di questo virus, la Paura dilagò veramente e fu molto, molto più contagiosa del virus, il quale intanto continuava a mutare e faceva sudare gli scienziati che inutilmente cercavano di agguantarlo.
All’inizio morirono soltanto le persone che erano già ammalate, quelle che erano già pronte per la Soglia, proprio come aveva chiesto l’Angelo Bianco. Poi però la Paura si diffuse così rapidamente e così intensamente da creare una terribile nube nera attorno al pianeta. Questa nutrì il virus di se stessa, ed esso si rafforzò. E più la paura aumentava e la nube si rafforzava formando una specie di anello denso attorno alla Terra, più il virus si rinvigoriva e la gente si indeboliva. Così cominciò a morire più gente del previsto, anche qualcuno di giovane. Soltanto i bambini e i ragazzi ne furono totalmente preservati, la loro fine forza eterico-spirituale non soccombeva alla Paura.
L’ Angelo Bianco osservava il tutto e nulla gli sfuggiva. Vide che si chiusero le scuole e poi le attività ricreative e poi i negozi, le industrie e i trasporti e tutto il mondo si fermò, e la gente si chiuse in casa. Per un attimo ebbe timore pure lui.
“Forse è troppo”, pensò.
In verità lui aveva progettato le cose in modo che andassero veramente così, in modo che le persone, chiuse nelle loro dimore, senza il pensiero del lavoro, degli acquisti e dei divertimenti, potessero ritrovare se stessi, le loro famiglie, i loro sorrisi, perché l’amore cominciasse a bussare alle porte dei loro cuori. Ma ora vedeva che le cose non andavano proprio così.
Oltre che terrorizzata dalla paura del contagio, la gente era ora preoccupata per il lavoro che non c’era più, per il denaro che cominciava a scarseggiare e per il futuro che appariva sfumato ed incerto. Molti assalivano i supermercati per fare scorte di cibo, altri si attaccavano alla televisione e ai telefonini per sentire sempre le ultime notizie. I bambini e i ragazzi, anziché andar fuori a giocare, come l’Angelo Bianco suggeriva in continuazione al loro cuore, stavano ancor più davanti agli schermi, erano sempre più nervosi e i loro genitori non sapevano più come distrarli. Il nervosismo cominciò a crescere, la paura divenne panico, il panico psicosi. Alcuni vennero ricoverati in centri per malattie mentali, in altri aumentarono i disturbi fisici come il mal di testa e di schiena, e la maggior parte era presa da una rabbia crescente mescolata a paure senza nome. Dalle case si insultava qualcuno che era uscito a prendere un po’ d’aria perché non gli scoppiasse la testa. E quelli che invece credevano d’aver capito il fenomeno, scrivevano articoli su articoli, realizzavano video su video, creando ancora più confusione. Gli ego, anziché diminuire, si gonfiavano, ognuno credeva di aver ragione, di aver scoperto la causa giusta, il giusto colpevole.
I materialisti davano la colpa ai militari, ai pipistrelli, ai cinesi; gli spiritualisti la davano alle abitudini sbagliate, al consumo di carne, alla devastazione della natura, agli esperimenti sulle radiazioni delle nuove antenne. Ma pochi, davvero pochi, cercavano l’angolo segreto del cuore, intessuto della candida Luce dell’Angelo Bianco, dove regnava l’assoluta pienezza, l’assoluto bene.
La nube nera che avvolgeva la Terra aveva reso silente anche il canto degli uccelli. La primavera fioriva, ma tutto era silenzioso, come in un parto, che però sembrava privo di vita. I più poveri, gli anziani e gli ammalati venivano isolati e dovevano rinunciare all’affetto delle persone care, unico aspetto che dava ancora un senso alla loro vita. Chi stava per morire non poteva vedere per l’ultima volta il sorriso dei propri cari, solo mani fredde coperte da guanti, visi mascherati, tute da astronauta e totale assenza di parole… e quando poi morivano venivano sigillati in bare e portati dritti a cremare, senza il dono di una preghiera sussurrata, senza le lacrime d’amore che aiutavano l’anima nel suo viaggio verso Casa.
Una sorta di marea montante saliva nelle anime degli uomini. Tutti i sentimenti peggiori venivano in superficie, ma a coloro che potevano offrire aiuto all’anima, ai sacerdoti, ai terapeuti, agli psicologi, non era consentito lavorare, perché ciò che appartiene all’anima non era considerata materia d’emergenza…
Pure le chiese si chiusero. Pure il contatto con Dio venne proibito.
L’ Angelo Bianco si rattristò. Come avrebbe potuto far sentire la sua lieve carezza a quei cuori in tumulto, come si poteva in quella confusione, che prima era fuori, nella vita assordante delle città, ed ora era dentro l’essere umano? E se la paura fosse lievitata ancora un po’, non c’era il rischio che si corresse ad inventare farmaci rassicuranti per la maggior parte della gente, palliativi per il corpo, ma di grave danno allo spirito? o che s’inventassero sistemi di controllo della salute assai più terribili di quelli che c’erano stati finora? Non c’era il rischio che la libertà dell’uomo naufragasse sempre di più, anziché fiorire, anziché elevarsi verso il fuoco sacro dell’amore? Non c’era il rischio che la catastrofe economica rinforzasse ancor più gli egoismi invece della solidarietà?
Guardò giù e vide l’Angelo Nero e le sue schiere lavorare ininterrottamente. Stavano compiendo il loro compito egregiamente, ma il risultato era strano, era proprio strano.
Si rivolse allora al Sommo Capo.
“Signore”, disse, “sono in difficoltà. Non so se devo mettere fine a questa situazione, nel qual caso ho l’impressione di non aver raggiunto alcuno scopo; oppure lasciarla continuare, con il rischio che le persone muoiano di angoscia, di difficoltà economiche, di terrori per il futuro. C’è tutto silenzio, ma non un silenzio sano, è un silenzio che fa paura anche a me. Mi sembra senza vita.”
“Mio caro servitore”, disse teneramente il Sommo Capo, “perché ti angusti? Mi sembri come gli esseri umani. Non era stato pensato tutto questo?”
“Oh, sì, certo, e devo dire che il mio amico Nero sta lavorando molto bene, ma…”
“D’accordo, ti serve un incoraggiamento. Bene, ora guarda assieme a me”.
Il Sommo Capo passò davanti agli occhi dell’Angelo Bianco le immagini più disastrose del secolo passato, soprattutto le due guerre mondiali.
“Ricordi tutto questo, vero?”.
“Sì, lo ricordo, lo ricordo sempre”.
“Ricordi quanto abbiamo discusso Quassù prima di decidere che accadesse?”
“Sì, mio Signore”.
“Ricordi qual’ era lo scopo?”
“Sì, allora serviva un sacrificio di sangue. Milioni di esseri umani innocenti dovevano sacrificarsi perché la Terra potesse avanzare verso lo Spirito”.
“Ed ora la loro anima brilla nei cieli più alti e illumina le piccole anime degli uomini della Terra. Senza quell’enorme atto d’amore la Terra non poteva avanzare”, ricordò il Sommo Capo al dolce Angelo Bianco. “Quindi, dimmi, cosa ti preoccupa?”
L’ Angelo Bianco scosse il capo: “Lo so che non è bene per un Angelo avere questi dubbi, ma mi sono venuti. Mio Signore, perdonatemi, ma io sento la sofferenza degli esseri umani e quella della Terra. Non è facile per me”.
“Quello che sta accadendo non è l’urlo di dolore che s’alza in una guerra o in una catastrofe. Oggi quel dolore non serve più. Oggi è necessario il sacrificio dell’anima. È giusto così. Non più l’uomo deve morire, ma l’anima deve affrontare l’abisso del silenzio, del vuoto, del nulla. Chi ci riesce eleverà la propria anima e salverà la Terra tutta”, spiegò con semplicità il Sommo Capo.
“Molta gente sta pregando, sta meditando e cantando. Hanno speranza e mi dispiace per loro”.
“Mio dolce servitore, che cosa sarebbe accaduto a breve, se tu e l’Angelo Nero, obbedendo nel vostro cuore a me, non avreste provocato tutto questo?”
L’ Angelo Bianco chinò il capo. Vedeva bene quale sarebbe stato il possibile futuro della Terra senza la crisi attuale. Vedeva bene qual era il pericolo. L’uomo stava usando dei poteri senza aver minimamente raggiunto la qualità morale per l’uso di quei poteri. Il popolo d’Oriente, dopo secoli di repressione, usava ogni mezzo per risalire e stava invadendo la tranquilla Europa, senza che essa se ne accorgesse. Il popolo d’Occidente osservava, pronto ad attaccare una lotta nucleare che avrebbe inferto una ferita alla Madre così grave che forse non si sarebbe rimarginata mai più. Inoltre, gli uomini stavano costruendo un sistema di onde radianti di potenza inaudita, che avrebbero tolto all’uomo quanto di più prezioso s’era conquistato attraverso il sacrificio delle anime innocenti, nelle guerre e nelle calamità: la Libertà. La Libertà che è madre dell’Amore. Sarebbero stati compromessi per sempre l’organo del pensiero e l’organo dell’amore. Se l’uomo fosse riuscito a sopravvivere, avrebbe vissuto da morto. Era già riuscito a corrompere l’etere della Vita, l’etere del Suono, l’etere della Luce. Se arrivava a corrompere l’etere del Calore era la fine. La fine della materia e dello Spirito vivente in essa. L’uomo doveva essere fermato.
In nome di Colui che aveva amato la Terra più di se stesso, l’uomo doveva essere fermato.
L’ Angelo Bianco si diede una scrollata e riprese coraggio. Si sentì anche un po’ sciocco per essere stato preso dal dubbio. Tra un po’ sarebbe arrivata la Pasqua, e l’Essere del Sole sarebbe risorto nei cuori, molti dei quali mai si sarebbero aperti senza questa lezione.
“Ora va’ e sii tranquillo. La grande trasformazione sta per avvenire, stiamo salvando la Madre e tutte le sue creature”, disse con un sorriso il Sommo Capo.
L’ Angelo Bianco tornò nella sua dimora e poco dopo l’Angelo Nero passò a salutarlo.
“Hai visto che lavoro?”, disse tutto fiero, “chi l’avrebbe detto che in così poco tempo avremmo messo tutti in ginocchio?”
“Certo, sì. Stai facendo proprio un buon lavoro”.
“Mmm… non mi sembri tanto convinto. Cosa c’è che non va?” chiese perplesso l’Angelo Nero.
“C’è che sento la sofferenza di chi non la merita”.
“Oh, sei il solito sentimentale! Dai, andiamo a farci una chiacchierata tranquilla sotto il Grande Albero”.
“Ehi, guarda chi arriva!” esclamò l’Angelo Nero.
L’ Angelo Bianco si girò e vide apparire l’Angelo Rosso. Il cuore gli balzò in petto. L’ Angelo Rosso passava a trovarli molto di rado, soltanto quando era in atto una grande trasformazione. Lui era il reggente della Grande Opera al Rosso, il Signore di ogni principio di trasmutazione. Teneva tra le mani luminosi fili di Stelle.
“Salve amici, sono proprio orgoglioso di voi”.
“Come mai sei qui?”, chiesero insieme l’Angelo Nero e l’Angelo Bianco.
“Che domanda! Per festeggiare con voi ciò che sta accadendo”.
“Ma non sappiamo ancora bene ciò che sta accadendo. C’è tanta confusione!”
“Oh, no! C’è trasformazione, trasmutazione, transustanziazione!” disse energicamente l’Angelo Rosso. “Non potete vedere il risultato ancora. È il processo che conta! È il fuoco che brucia e trasforma, quel fuoco che arde in me ed ora comincia ad ardere anche dentro gli uomini, anche se ancora non lo sanno”.
“Gli uomini non sanno usare ancora la loro Libertà. Potrebbero invocare ciò che fa loro male per poter uscire da questa situazione, perché loro si sentono in gabbia e non comprendono la Libertà più grande che giace in questa apparente prigionia”, disse l’Angelo Bianco.
“Vuoi dire che potrebbero chiedere una cura pericolosa, o denaro nero, o strane distrazioni?” chiese l’Angelo Rosso.
“E tanto altro ancora! Potrebbero invocare delle leggi che toglierebbero davvero loro la Libertà”, rispose l’Angelo Bianco.
“Eh, no amici. Guardate meglio laggiù. Tutti sono chiusi nelle loro case, anche i governanti, anche i dittatori, anche i re, anche coloro che hanno fatto del denaro il loro idolo. Caro Amico Nero, hai lavorato così bene che hai infilato la Paura anche in chi comanda. Non te n’eri accorto? Quelli li dovevi risparmiare, se volevi fare il tuo lavoro proprio fino in fondo. Ma già, si sa, che il diavolo fa le pentole senza i coperchi. È una vecchia storia. E si ripete, per fortuna”.
L’ Angelo Nero si rabbuiò. Ma l’Angelo Bianco gli diede una pacchetta sulla spalla. “Ehi, su, ricordati: tra un po’ diverrai Bianco anche tu”.
“E più avanti ancora sarai Rosso, come me. Stiamo preparando insieme il tempo in cui la Terra diverrà un Sole. Dobbiamo collaborare insieme, sempre, affinché il mio fuoco possa bruciare ciò che non serve più, affinché possa nascere dalle sue ceneri una Terra Nuova”, disse l’Angelo Rosso con solennità, e poi chiese:
“Che ne è della nostra cara Italia?”
“Bene”, rispose l’Angelo Nero, “è molto colpita, specialmente al Nord”.
“Oh, bene, così va bene. In quel luogo ci sono molti semi per la Nuova Coscienza. Con la Resurrezione essi si feconderanno. Facciamo un volo laggiù, insieme”.
I tre Angeli arrivarono sulla superficie del pianeta, accarezzarono tutta l’Italia. Oh, quant’era caro a loro quello strano stivale che quattro mari innamorati baciavano ininterrottamente. Era uno stivale per affondare i piedi nella Terra Madre, per lavorare con cura tutte le sue risorse. Quant’era preziosa la sua sacra bellezza dell’arte e della natura! Quant’era giovanile quel suo entusiasmo creativo e quella particolare volontà di porre in opera l’Amore e la Libertà! In Italia avrebbe dovuto sorgere un nuovo impulso sociale, una nuova economia, una nuova cultura, un nuovo pensiero, un nuovo sentimento di pace, ed essa avrebbe irraggiato nel mondo intero!
L’Angelo Rosso distribuì i raggi delle sue Stelle a tutte le Alpi, il grande ponte tra l’Oriente e l’Occidente, e spruzzò un po’ di polvere di Luce su tutta la fertile pianura. L’ Angelo Bianco sussurrò parole Bianche ai cuori, e ora era certo che sarebbero state udite. l’Angelo Nero raccolse i sacrifici fatti per offrirli al Sommo Capo.
Poi tornarono in Cielo e andarono da lui per raccontargli ciò che avevano fatto.
Egli sorrise loro. “Bene, bene davvero. Se tu Nero non avessi timore di me, ti darei un bacio in fronte!”
L’ Angelo Nero arrossì vergognandosi un po’, ma fortunatamente era Nero e gli altri non se ne accorsero. E poiché sentiva che stava quasi per diventare un sentimentale come l’Angelo Bianco, cercò d’inventarsi un po’ di pessimismo.
“Tanto”, brontolò, “ci vorrà un sacco di tempo prima di vedere qualche frutto!”
“Non importa il tempo che ci vorrà. L’uomo si risolleverà e vedrà tutto con occhi nuovi. Ora è il tempo del seme, poi verrà quello della cura, e infine quello del frutto. Mancano pochi giorni alla Pasqua. E l’Essere del Sole troverà tanti cuori pronti alla Resurrezione quanti mai ne aveva trovati prima. Attendiamo con calma, tutti insieme, nella gioia”.
Molto bello e utile per sensibilizzare le menti deboli. Certamente dopo questa pandemia il mondo sarà diverso, spero più consapevole dei risultati delle proprie azioni. Grazie Loretta!
Ma io penso che il tempo fa dimenticare quanti hanno perso la vita per l”attività dei potenti e questo e uguale anche i parenti degli sfortunati dimenticheranno facilmente i propri cari perché sono morti per malattia
Grazie ❤
Spero non sia solo una favola, spero ci sia veramente il seme do una nuova era per l’umanità. Spero tutti impariamo ad usare gli occhi interiori e il cuore in questa situazione
Meraviglioso!
Per essere sicuri di fare il giusto,dobbiamo abbandonare l’angelo nero,bianco e rosso e rivolgersi unicamente al grande capo…