San Michele, la festa degli uomini liberi

Rudolf Steiner credeva profonda­mente nell’importanza di creare una festa per Michele, per questa Maestà dei mondi spirituali, che oggi è la guida di tutti coloro che con coraggio ed entusiasmo si ac­cingono a trasformare il male in bene.
Il 29 settembre dovrebbe diventare un giorno celebrativo di particolare intensità spirituale, qualora si rico­noscesse nell’Essere di Michele Colui che opera a fianco del Cristo per condurre l’uomo verso la sua autentica meta: la libertà e l’amore.
La ricorrenza di San Michele si colloca nei giorni del primo au­tunno, quando la natura comincia a chiudersi e le forze cosmiche si ri­tirano nel cuore della Terra; quando la nostra anima, allo stesso modo, si rivolge verso se stessa, nel calore della rinnovata intimità. L’azione di Michele in prepara­zione al periodo autunnale inizia ancora ad agosto, con la caduta delle meteoriti, il cui ferro forma la sua spada cosmica. Essa discende dalle altezze della Via Lattea fino alla Terra e porta all’uomo le forze per stare nell’interiorità, per non scivolare nell’illusione dei sensi fisici, nell’illusione della materia, ma per trovare dentro di sé le vie di cono­scenza ed autoconoscenza. Tutti riconosciamo nell’Arcangelo Michele (ora passato al livello su­periore di Archai, o Spirito del Tempo) colui che lotta contro il drago, contro le forze del male che sempre ci tentano e alle quali Mi­chele si oppone con la sua spada che tiene il drago immobile in basso. Michele non lo uccide, ma arresta il suo movimento affinché non si alzi al livello del cuore.
Il cuore è la sede dell’amore, ma è anche il luogo che Michele custo­disce quale dimora di un nuovo pensare, di un pensare puro, libero, elevato, un pensiero che si apre ol­tre l’intellettualismo e la raziona­lità.
La spada di Michele non è simbolo di morte, ma di protezione dal male e anche di elevazione. Egli infatti indica con essa, levandola verso il cielo, la vera natura superiore dell’uomo.
Altri suoi simboli sono la Bilancia, che indica il raggiungimento dell’equilibrio, ma anche la possi­bilità di “pesare” il bene fatto; e la Piuma, con la quale egli pesa l’anima, perché soltanto se l’anima è leggera (pura) come una piuma può passare la Porta del Sole (Pa­radiso).
Oggi è quanto mai necessario avvi­cinarci al mistero che circonda questa sublime figura, così vicina al Cristo (egli è anche chiamato “Il Volto del Cristo” e “Guardiano della Porta del Sole”, ed il Sole è la dimora del Cristo e del nostro Io Superiore) e contemporaneamente così vicina alla Terra e ad ogni uomo che con buona volontà e retto pensare accoglie il suo im­pulso.
E’ necessario, perché Michele è in questo tempo il Reggente Celeste della nostra Terra. Gli arcangeli si susseguono nella reggenza ogni 350 anni, ed ora siamo nell’era di Michele, che iniziò nel 1879 e che durerà fino al 2250 circa. Michele successe a Gabriele, il cui impulso era la protezione della maternità e dei legami di sangue. Michele porta invece un impulso del tutto nuovo. Egli invita alla fratellanza tra i popoli al di là del sangue e delle razze, invita al coraggio (core-agire = azione del cuore), in­vita a sviluppare la conoscenza spi­rituale, l’esercizio del pensiero che si eleva sui pensieri “pensati” e at­tinge direttamente dal mondo delle Idee Universali. La lotta che egli svolge con il drago è soprattutto lotta tesa a preservare l’intelligenza-saggezza dal suo de­teriorarsi nel materialismo. Tale intelligenza, che fin dai primordi fu custodita da Michele nei Mondi Superiori, è ora disponibile all’uomo sulla Terra, e pertanto può essere facilmente “rubata” dai Poteri Oscuri che operano nelle no­stre istituzioni, e che la usano in modo totalmente materialistico. Di tale intelligenza sono colme le scuole e le università, volte ad ot­tenere come risultato lo sviluppo di un pensare nozionistico e tecnici­stico, un pensare freddo, privo di sostanza vivente, un pensare che muore in se stesso.
Alle anime dei bambini e dei gio­vani d’oggi, assetati di conoscenza e di verità, viene offerto un pen­siero morto che sviluppa altri pen­sieri morti e spegne la coscienza, fino a giustificare e propugnare qualsiasi forma di negazione di vita (tecnologia distruttiva, manipola­zioni genetiche in campo sanitario ed alimentare, clonazioni, speri­mentazioni su animali e feti umani, vaccinazioni di massa…) In questo mondo di tenebre, di intelligenti pensieri resi morti dal drago (Arimane-Satana), Michele si leva come Speranza, come Forza, come purissima Luce.
Egli, “il fiammeggiante principe del pensiero”, guarda al nostro pensare e al nostro agire volonte­roso in conformità al libero pensare e all’impulso del cuore. Egli acco­glie ogni nostra azione svolta in li­bertà e protegge tutti coloro che sono in grado di pensare da sé, che sanno riunirsi in gruppi o comunità per affinità d’anima e di ideali mo­rali sgorganti liberamente dalle forze dell’individualità cosciente ed autocosciente.
Michele è dunque oggi vicino alla Terra e all’uomo. Egli guarda con particolare attenzione al lavoro de­gli antroposofi, in quanto l’Antro-posofia è proprio il dono che Michele ha fatto all’umanità, attraverso il suo servitore più grande: Rudolf Steiner.
L’Antroposofia (anthropos= uomo; sophia=saggezza; saggezza del-l’uomo) è la scuola di Michele sulla Terra e compenetrarsi di tale impulso di conoscenza significa già essere suoi discepoli. Tuttavia, anche se non si è antroposofi, è pur vero che ci siamo tutti “incarnati” in questa era micheliana; un’era in cui è anche presente il Cristo sul piano eterico adiacente alla Terra, un’era in cui Maria-Sofia attra­versa il suo settimo anno cosmico, un anno (che corrisponde ad un se­colo in termini terreni) di compi­mento.
E’ davvero un periodo speciale e probabilmente unico quello che stiamo vivendo, dove le forze di Luce non sono mai state così alte, ma dove, in contrapposizione, si muovono altrettante forze di tene­bra. E’ necessario non sprecare un’opportunità così grande, un Bene che arriva dai Mondi Supe­riori ad ogni anima che si apre fi­duciosamente e coraggiosamente alla Conoscenza, quella Cono­scenza che oggi è solo all’inizio del suo operare e che sarà il nutri­mento di ciò che deve accadere in futuro.
Per questo oggi è importante una festa per Michele. Essa significa una festa per la Libertà, per la Ve­rità, per la Saggezza che vive nel cuore. E più che mai risuonano con forza per tutti noi le parole che Rudolf Steiner diede nel suo ultimo discorso, proprio il 29 settembre:

… “E voi, figli della conoscenza spirituale,

accogliete il saggio cenno di Michele,

accogliete la parola d’amore del cosmico volere creatore

nelle mete supreme dell’anima vostra”.

La Salute: un Dialogo tra l’Io e l’Anima

Per porre la domanda “cos’è malattia” e “cos’è salute” è necessario prima chiedersi “cos’è – chi è l’uomo?”
Chi è l’uomo? E qual è la sua missione sulla Terra?

E’ strano come l’attuale scienza abbia dimenticato queste domande, così presenti nel profondo dell’anima umana fin dagli antichi tempi, ed oggi più che mai attuali dato il grande momento trasformativo ed evolutivo che stiamo vivendo.

A queste domande Rudolf Steiner ha dato sicuramente un’ampia, intensa e scientifica risposta, portando le antiche fonti conoscitive, un tempo patrimonio soltanto degli iniziati, nell’esperienza concreta dell’uomo d’oggi e nelle sue facoltà di pensiero.

La suddivisione dell’essere umano in quattro parti: fisica-eterica-astrale-spirituale, che unisce in sé i quattro regni della natura compenetrandosi di essi e superandoli in una sintesi più ampia permeata dall’impulso del Cristo, spiega con rigore, precisione e forza Chi è l’Uomo e dove sta volgendo il suo destino e il destino della Terra.

Da queste premesse si può cercare di comprendere cos’è la salute e cos’è la malattia. Si può semplicemente dire che la salute è l’armonia tra le quattro parti costitutive umane e la malattia è una disarmonia di esse. Tale armonia è in relazione con lo scopo evolutivo dell’uomo, che è quello di diventare un essere totalmente spiritualizzato, ossia in grado di elevare a Coscienza quanto abita nel corpo astrale (corpo dell’Anima), nell’eterico (corpo della Vita), nel fisico (corpo della Manifestazione).

Perché dunque ci ammaliamo? Per accorgerci e vedere chi siamo, ossia per realizzare l’evoluzione della nostra Coscienza.

“Conosci te stesso” era scritto nel tempio di Delfi, e Cristo disse che il suo nome è “Io Sono”. Conoscere se stessi quindi, per arrivare all’Essere, a quell’unione dove la varie parti costitutive dell’uomo torneranno ad essere Luce.

Nella mia attività di psicoterapeuta ho potuto facilmente osservare come la grande varietà di disturbi e malattie abbiano la loro origine nell’interiorità dell’uomo ed in modo particolare nel corpo astrale, nel corpo dell’Anima  e nella sua relazione con l’Io (lo Spirito). Avevo visto come i malati di mente non si ammalavano di cancro e avevo visto anche come la soppressione farmacologica di una psicosi poteva trasformarsi in cancro, e così pure il contrario, ossia come la rimozione di un tumore poteva poi convertirsi in depressione o psicosi. Questo trasferimento del male dalla mente al corpo o dal corpo alla mente, non poteva che avere radici in una certa area intermedia tra corpo e mente. Quella zona intermedia del nostro essere è ciò che chiamiamo “anima” ed in modo particolare quella parte dell’anima che l’antroposofia definisce “anima senziente”. Questo mondo animico che raccoglie tutte le nostre emozioni e sentimenti, che porta in sé moltissimi elementi inconsci del passato in questa vita e in altre vite, è quella parte di noi che deve essere guardata, riconosciuta e trasformata affinché ciò che era inconscio salga alla coscienza e possa quindi intessere il dialogo con l’Io.

Passo dopo passo, il cammino della vita dovrebbe essere uno sguardo attento ai messaggi dell’anima, in modo che i contenuti di essa possano essere compresi ed integrati nella coscienza, in modo che essa si liberi e si purifichi dalle catene del passato, dalle emozioni ostacolanti, dalle ombre e dal disordine di oscuri moti interiori.

L’anima vuole il dialogo con l’Io. Essa è come un essere femminile che si apre alla natura maschile dell’Io. Tuttavia diversi fattori possono impedire il fluire dei processi animici verso l’Io. Tra l’Io e l’anima può crearsi una vera e propria barriera, la cui formazione è dovuta principalmente alla paura e alle sue due figlie minori: la colpa e la rabbia. Questi tre sentimenti sono il grande nutrimento inconscio della struttura difensiva.

I due meccanismi di difesa più importanti nel generare la scissione tra Io e anima sono la “rimozione” e la “negazione”. Queste due difese ricacciano con forza i sentimenti, i ricordi, il dolore, le esperienze negative nelle buie cantine dell’anima, serrano ogni loro passaggio verso la coscienza, alzano la barriera tra Io e Anima, impedendo il contatto, l’intimo dialogo interiore, e stabilendo una sorta di estraneità da se stessi.

Così la malattia mentale avviene quando le pulsioni inconsce dell’anima sfondano la barriera e irrompono nell’Io destabilizzandolo, la malattia fisica invece arriva quando la forza animica non è sufficiente a rompere la barriera difensiva, perché la struttura di questa è troppo organizzata e forte, pertanto i messaggi dell’anima invertono la direzione e vanno verso il corpo.

Tra le varie malattie, il cancro è quella che più rappresenta la vittoria della paura sull’amore, la vittoria della rigida difesa sull’intimo calore del dialogo.

La salute nasce invece dall’aprire le porte sinceramente ed onestamente alla propria intima verità, che è figlia della più grande Verità, cosicché le forze cristiche possano affacciarsi nel dialogo segreto tra Spirito e Anima, tra Sposo e Sposa, e realizzare a poco a poco quell’unione mistica, quel matrimonio sacro al quale dobbiamo tendere per adempiere compiutamente al nostro destino di Libertà e Amore.

 

Un percorso del femminile

La Via della Luce femminile
Copertina del libro “La Via della Luce femminile”

Perché ho scritto questo libro?

Il libro nasce da un’esigenza che molte donne portano in psicoterapia, e cioè la domanda su cosa sia l’essere donna, qual è la natura profonda dell’essere femminile, al di fuori dai contesti culturali e sociali in cui attualmente la donna è inserita.
Si tratta quindi di dare una risposta che rimandi all’archetipo del femminile, una ricerca delle fonti da cui scaturisce l’essenza dell’essere donna.
Nel libro c’è una rielaborazione di contenuti ed esperienze maturate sia nelle mia attività di psicoterapeuta, in quelle personali di madre e di donna, ma soprattutto di ciò che ho potuto sperimentare guidando dei gruppi femminili di ricerca psico-spirituale.
In questi gruppi, in cui ci si incontra tra donne, ci si siede in cerchio a parlare di sé, a raccontare storie e miti, a danzare insieme, ci si ritrova a vivere una dimensione antica, fuori dal tempo, e si vive un momento di solidarietà, un “sentire” comune che dà un senso di grande appartenenza e soprattutto la sensazione di una grande forza interiore che si manifesta come un Fuoco Acqueo, un Fuoco di Luce.
Da qui nasce il titolo: La Via della Luce Femminile. Da qui ho cercato di dare una risposta alla domanda sempre più pressante della donna d’oggi, di conoscere se stessa, di conoscere “consapevolmente” qual è il mistero che la abita (il mistero femminile è legato alla ciclicità del Sangue, al Mondo Lunare, all’Acqua Primordiale, al suono Madre: “M”). Il mistero femminile è la capacità di dare e ricevere amore, di sentire il contatto materno con la Terra, è la forza generativa e creativa, la capacità di dare la Vita, non solo ad un figlio biologico, ma anche ai figli psichici, alle idee, ai progetti, alla conoscenza ed alla sapienza.
Tale forza femminile non è solo delle donne. Parlare di Luce Femminile significa parlare di quell’energia interiore di natura femminile che vive sia dentro l’uomo che la donna, ma che la donna, proprio perché vi è più intimamente connessa, può rivelare al più distaccato e razionale universo maschile.
Il compito del maschile di questi anni, proprio perché ha smarrito la propria identità e non ritrova più in se stesso l’eroe di un tempo, è quello di incontrare un’identità nuova ed una nuova sensibilità solo se accetta di accogliere e vivere il proprio mondo emotivo interiore, cioè la forza femminile. Forse i tempi cominciano ad essere maturi perché l’uomo d’oggi abbracci una nuova iniziazione: anziché aver paura della donna o delle proprie intime emozioni, può cominciare a contattare quel mondo notturno e luminoso che giace anche dentro di lui.