Vivere la Pasqua nel 2020

In questi giorni l’esplodere della primavera e la resurrezione miracolosa della natura risveglia anche all’uomo meno credente la percezione dell’elemento vivente che non soccombe alla morte, ma che ogni anno si rigenera. Tuttavia, questi giorni sono così contrari a quanto sta avvenendo nella natura, che dobbiamo cercare quanto mai di vivere la resurrezione dentro la nostra anima.

Il detto “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”, non può in questa strana primavera realizzarsi. La nostra Pasqua non si può trascorrere con chi vogliamo. Allora è necessario un modo, forse un modo nuovo, tutto da scoprire, su come vivere questa nostra Pasqua.

La Pasqua è in sé apertura, gioia, pace, rinascita, luminosità, abbraccio cosmico e molto altro ancora, ma tutto questo oggi deve svolgersi all’interno delle nostre dimore, spesso lontani dalle persone care, in un’atmosfera raccolta che ricorda il Natale ma che non è il Natale.

Natale è nascita. Pasqua è rinascita.

Che cosa dunque dobbiamo far rinascere in noi nella festa che appartiene ai Misteri dello Spazio/Luce in questo particolare anno che ci riporta invece all’interiorità?

Osservando la data della Pasqua notiamo che il 12/04/2020 dà come somma il numero 11, il numero dell’Archai Michele, il Grande Principe del pensiero libero, Colui che ci invita ad accogliere il Cristo nel nostro cuore affinché si apra alla verità e attraverso essa conquisti la Libertà e l’Amore.

Si potrebbe dire che la Pasqua è la festa della Libertà. Quella libertà che ci viene raccontata dalle rondini in volo, dai rami fioriti, dall’aria leggera del mattino che fa vibrare i raggi del sole. A queste immagini da sempre presenti nell’immaginario collettivo, si aggiungono di solito i giochi dei bambini nei prati in fiore e i voli di aquiloni tra nuvole bianche. Quest’anno non ci saranno i giochi sui prati, né per i bambini, né per gli adulti.

Che cosa vuol dirci quindi questa Pasqua? Che cosa vuol dirci Michele, il grande maestro dell’Antroposofia e come possiamo vivere le sue coraggiose forze senza vivere ciò che la Pasqua in sé sempre racconta?

Una delle cose più straordinarie dell’evento del Golgota è il fatto che il sangue del Cristo (l’Essere del Sole) penetrò nella Terra e da quel momento la nostra Terra si sta preparando a diventare un Sole. Da quel momento quel sangue compenetrò e si diffuse su tutta la Terra per la sua Redenzione, da quel momento il Cristo è davvero lo Spirito della Terra e tutto ciò che noi facciamo alla Terra lo facciamo al Cristo.

Sappiamo che alla Terra e a tutte le sue creature abbiamo fatto tanto del male, per egoismo, per comodità, per ignoranza. Soprattutto quest’ultima non ci ha permesso di vedere che nella roccia c’è il segreto delle nostre ossa, nelle piante il segreto delle nostre forze di vita, negli animali il segreto della nostra anima.

La superficialità del nostro sguardo non ci ha permesso di riconoscere che ciò che accompagna la nostra vita sulla Terra non è altro che il sacrificio di minerali, piante e animali che hanno accettato di rimanere indietro perché noi potessimo avanzare, perché noi potessimo diventare portatori di un Io, ossia di uno spirito individualizzato.

Duemila anni fa il Cristo è venuto a ricordarci che la morte non esiste, che risorgiamo sempre nello spirito, ma è venuto anche per far risorgere la Terra tutta con il suo regno minerale, vegetale e animale.

Se noi comprendiamo a fondo questa verità e tutta la sua bellezza, e mettiamo in pratica le parole di S. Paolo che ci dicono che la natura sta soffrendo le doglie del parto e che attende di essere liberata, allora viviamo davvero la Pasqua in senso cristico e micheliano.

La nostra attuale “prigionia” quest’anno ce lo ricorda. Ci ricorda quanto ci mancano le passeggiate nelle verdi colline, l’abbraccio delle persone care, il sapore dell’aria del mare e dei monti; ci fa vedere animali selvatici uscire dai boschi e avvicinarsi alle nostre case, quasi a ricordarci che non li dobbiamo dimenticare e che nonostante tutto ciò che abbiamo fatto loro, ci hanno perdonato.

“Pasqua con chi vuoi” non ci sarà, ma ci sarà una Pasqua intima, attraverso la quale vivere nel cuore il grido di dolore delle montagne squarciate, delle foreste bruciate, degli animali maltrattati e uccisi. Sentiremo la mancanza dei sassi scricchiolanti sotto i nostri piedi, del profumo di fiori ed erbe, della leggerezza degli uccelli in volo, e forse cominceremo a capire quanto tutto ciò sia prezioso, quanto non possiamo vivere senza di esso, quanto necessario è che torniamo ad amarlo.

Il sangue del Cristo che pervade la Terra è proprio questo: un sacrificio e un dono che da allora vive nella Terra e in ogni sua creatura ed in ognuno di noi.

Un dono che si rafforza ogni anno nel mistero pasquale e che necessita di un’umanità amorevole e coraggiosa perché il mistero del Golgota possa portarci alla meta, ad essere un giorno Sole, ad essere figli della Luce nell’abbraccio interiore a ciò che ci lega a tutti gli Esseri.

Questa Pasqua 2020 resterà nella storia.

Auguro che nella storia di ognuno di noi rimanga un “passaggio” (Pasqua significa, appunto, passaggio) verso la spiritualizzazione di tutto ciò che ci circonda e che ci tende la mano ancora con fiducia, affinché possiamo accogliere, amare e liberare tutti gli esseri e condurli alla dimora celeste, dalla quale tutti proveniamo, e alla quale tutti insieme, proprio come fratelli, dobbiamo tornare.

Vi saluto con la preghiera della “Madre Nostra” dell’antroposofo Valentin Tomberg, che ci ricorda come la Madre viva nel cuore della Terra e come soffra da quando fu separata dal Padre. L’azione del Cristo fu quella di ricongiungere Madre e Padre attraverso l’impulso che si manifestò attraverso il suo sangue e che ci porterà, giorno dopo giorno, anno dopo anno, vita dopo vita, attraverso l’amore donato a tutti gli Esseri, a ricondurre la Madre al Cielo.

Madre Nostra,
che sei nel cuore della Terra,
risplenda il ricordo della Santità del Tuo nome,
riscaldi il soffio del risveglio del Tuo regno,
il cuore di tutti i viandanti senza dimora;
rinasca l’eterna fede dal risorgere della Tua volontà
fin nel profondo delle membra;
accogli oggi il ricordo vivente di Te dai cuori degli uomini,
che Ti implorano di perdonare per averTi dimenticata;
e sono pronti a lottare contro la tentazione del mondo,
che Ti ha condotto a vivere nel cuore della terra;
affinché, attraverso l’azione del Figlio,
l’immenso dolore del Padre sia placato,
per mezzo della liberazione di tutti gli esseri,
dalla tragedia del Tuo allontanamento.
Perché Tua e la terra natia,
Tua è l’infinita saggezza e la grazia,
per tutti e tutto nel cerchio dei mondi.
Amen.
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