Sempre più persone sembrano soffrire del morbo celiaco ed ancora di più sono quelle che sviluppano intolleranza al glutine, sostanza oggi ritenuta responsabile di numerosi disturbi, tra cui dolori addominali, gonfiore, dissenteria, costipazione, indebolimento, perdita di peso, turbe dell’umore ed altro.
Il glutine è il “collante” presente nei cereali, è una sostanza vischiosa che rappresenta simbolicamente il carattere limaccioso del fondo di un fiume, il fango delle paludi, la vischiosità del mare, una sostanza che ricorda l’antico tempo in cui la Terra ancora non era solida, ma era prevalentemente acquea.
Rifiutare il glutine significa quindi rifiutare l’essenza femminile della nostra intima natura, il mondo acqueo primitivo da cui deriva ogni forma di vita.
Ma perché accade questo?
La profonda natura femminile di Madre Terra esprime il suo carattere biologico nella figura materna di ognuno di noi. E’ un po’ come dire che il rifiuto di Madre Terra si manifesta in modo inconscio nel rifiuto della propria madre. Ma questo non è un rifiuto globale, riguarda soltanto quegli aspetti del materno- femminile che sono collegati con la materia informe, limacciosa, indefinita ed il suo potente humus fecondante.
Chi soffre di celiachia spesso è figlio di una madre molto ordinata, controllata, spaventata dalle malattie, le cui cure verso i figli hanno note d’ansia e d’insicurezza. Questo non significa che si deve dare la colpa alla mamma, ma, al contrario, che si dovrebbe “fare pace” con lei, con quella parte di lei che nell’inconscio si presenta ora come rifiuto di quel femminile che nutre, che coccola, che consola, che avvolge, di quel femminile che è solo “buono”. E’ necessario ritrovare la madre buona, tenera, calda e protettiva.
Un primo semplice rimedio è quello di mettere alcune gocce di glutine nell’acqua della vasca da bagno e di aumentarle man mano che si prende confidenza con questa sostanza. Anche gocce di latte sono una buona alternativa al glutine, perché richiamano comunque la “mamma buona”. Poi si dovrebbe prendere confidenza con il fango, sporcarsene le mani ed i piedi, camminare a piedi nudi lungo il ciglio argilloso di un fossato, immergersi completamente in acqua termale e così pure nell’acqua di mare.
Tutto quello di cui si ha paura nella natura (vermiciattoli, lumache, insetti) dovrebbe gradualmente essere affrontato. A tutto questo è necessario accompagnare una crescente consapevolezza del rapporto con la propria madre, il recupero della sorgente d’amore per lei, la rinuncia alla collera, la dolcezza del perdono. E lo stesso amore dovrebbe essere volto, con sguardo sereno e pieno di gratitudine, alla Terra.
Se si hanno dei bambini e si vuole prevenire in loro l’intolleranza al glutine, è bene rinunciare all’ansia, lasciare che si sporchino, che tocchino terra, sassi, insetti, rametti, che “sentano” la gioia dei sensi, la pienezza di vita che esprime la natura. Non c’è modo migliore di rinforzare il sistema immunitario e la personalità tutta, che lasciare al bambino la totalità dell’esperienza sensoriale.
Oggi si tende a cercare la causa della celiachia nell’uso di sostanze chimiche usate in agricoltura e nei processi di trasformazione degli alimenti. Certamente tutto questo fa male, perché altera l’equilibrio naturale delle leggi della vita, ma non è la causa principale della malattia.
Cercare le cause all’esterno di noi significa non crescere nel senso di autoresponsabilità e di autocoscienza e quindi non maturare un vero processo di guarigione, il quale può avvenire soltanto se si accoglie il messaggio che la malattia ci porta.
Il femminile di Madre Terra è una forza incommensurabile all’interno di ognuno di noi. Può essere vissuta con paura, diffidenza, aggressività, e allora ci si ammala; oppure con amore, pace ed accettazione, ed allora si guarisce.
Grazie, da “celiaca” e madre di un ragazzino “celiaco”, una chiave di lettura che aggiunge nuove ed interessanti riflessioni. Trovo questo spazio un arricchimento e un nutrimento per l’anima di chi si avvicina alla Scienza dello Spirito .