In attesa della Pasqua

In questa Settimana Santa e in questa strana primavera, dove l’apparente tranquillità esteriore e il naturale fiorire della natura sembrano raccontare il linguaggio di sempre, non è possibile però dimenticare ciò che abbiamo vissuto nei tre anni passati e nemmeno rimuovere la forte tensione interiore che ogni anima in cammino avverte dentro di sé.

Tra pochi giorni sarà Pasqua, il grande momento della Resurrezione, di ciò che ha cambiato per sempre il divenire del mondo e dell’uomo, e che ogni anno si rinnova in noi.

Ma Resurrezione cosa significa oggi? Cosa vuol dire Risorgere?

Risorgere non è un sorgere, bensì un Sorgere Ancora, un Sorgere in modo Nuovo. Ed è proprio questo Nuovo che bussa alle porte del cuore e della coscienza, che chiede di essere visto e portato alla luce.

In questi anni abbiamo tutti sperimentato il sentimento dell’impotenza. Tale sentimento è proprio ciò che possiamo definire Crocifissione. Siamo stati crocifissi nei nostri ideali, nella nostra libertà, nella nostra verità, nella nostra coscienza morale. Tutti abbiamo subìto un’umiliazione.

Tuttavia, l’umiliazione, se osservata secondo un principio spirituale, è quanto spegne l’orgoglio, spezza l’ergersi sdegnoso dell’ego, spezza la lama che dal basso s’innalza e mentre ci obbliga a volgere lo sguardo verso il basso, apre la strada a ciò che scende dall’Alto.

Come dice l’antroposofo Valentin Tomberg: “Nel vuoto dell’anima e nel tacere dello spirito muore a poco a poco l’orgoglio, finché giunge l’ora decisiva, in cui l’uomo si sente ormai come una canna vuota, e non trova in sé più alcuna forza per porsi nel mondo come un essere eretto… Il nucleo vitale della personalità è stato distrutto: l’uomo si sente così vuoto, da non restargli che una sola possibilità: affidare all’amore l’ultimo soffio di vita dell’anima. Ciò facendo, svaniscono i muri della sua prigione e il cielo si apre sopra di lui…”

Queste parole, scritte quasi un secolo fa, sembrano riflettere profondamente ciò che ognuno di noi ha potuto sperimentare in questi ultimi tempi: Affidare all’amore l’ultimo soffio di vita dell’anima.

Questo è quanto in questa Settimana Santa potremo intensificare, affinché ci sia possibile Sorgere a Nuovo e vedere il cielo che si apre sopra di noi.

Il tempo è maturo per le anime che hanno lavorato su se stesse. Tre anni e un terzo è stato il tempo che il Cristo ha vissuto nel Gesù. E i tre anni e un terzo si stanno completando anche per noi, in questo periodo di prove, dove, quale specchio rovesciato della vita del Cristo, è stato concesso all’Oppositore la stessa durata.

Cerchiamo di non sprecare questi mesi di primavera, di lavorare intensamente al perfezionamento della nostra anima, elevare la nostra coscienza, intensificare le azioni morali.

Molti doni ci attendono in questa Pasqua e nel tempo che seguirà, fino all’Ascensione e alla Pentecoste, ma spetta sempre ad ognuno di noi l’esperienza dell’umiltà, il rilascio dell’orgoglio e l’affidare all’amore l’ultimo soffio di vita dell’anima.

Auguro a tutti di vivere in pienezza questa settimana di passione con tutta la sua pregnanza del mistero di morte-rinascita.

Un abbraccio grande, che unisca profondamente le nostre anime e i nostri cuori.

Loretta

NATALE, il mistero della Luce nascosta

Nel punto massimo di oscurità noi troviamo quell’elemento preziosissimo di Luce, che è il nostro Sé Superiore, rappresentato dalla nascita di Gesù.

Si radunavano già alla vigilia. In silenzio sperimentavano che si trattava di un evento importantissimo. Erano radunati seduti al buio in profondo silenzio. Quando arrivava mezzanotte avevano già trascorso ore seduti al buio. Il pensiero dell’eternità era già sceso nel loro intimo. Poi, verso mezzanotte, si innalzavano voci misteriose; voci che si alzavano e si abbassavano. I discepoli sentendo queste voci sapevano che si trattava della musica del cosmo. Il raccoglimento profondo invadeva i loro cuori. Allora si intravvedeva una debole luce. Il chiarore proveniva da una sfera debolmente illuminata. Il disco illuminato diventava sempre più scuro fino a diventare completamente nero. E nello stesso tempo la stanza si rischiarava. Quelli che la vedevano sapevano che la sfera scura rappresentava la Terra… Poi verso mezzanotte al posto del cerchio della Terra si innalzava un cerchio di colore rosso-violetto, su cui era scritta una parola… Nella nostra lingua moderna la parola è Christos. Coloro che la vedevano sapevano: questo è il Sole. Appariva loro nell’ora di mezzanotte, mentre tutto l’universo dormiva nel buio più fitto. Per i discepoli era chiaro che in quel momento avrebbero visto ciò che viene detto nei Misteri: vedere il sole a mezzanotte.

R. Steiner, 17 dicembre 1906 Continua a leggere “NATALE, il mistero della Luce nascosta”