Rudolf Steiner: un dono senza limiti.

Ricordare il Maestro dei maestri, 100 anni dopo il suo Passaggio della Soglia

Tra le migliaia di curiose domande che si affacciavano alla mia mente quando ero piccola, una era questa: perché le lucciole fanno luce?

Chi sono le lucciole? E perché “chi” sono, e non “cosa” sono?
Tutto ciò di cui Rudolf Steiner parla è un “chi” e non un “cosa”.  In tutto vive lo Spirito e la singola essenza di ogni essere (anche una pietra è un essere, anche un filo d’erba, anche una nube) appartiene allo Spirito. Perciò è un “chi”, ogni cosa creata ha uno scopo ed un suo posto degno di rispetto in questo nostro pianeta e nell’universo.
Rudolf Steiner insegna che le lucciole compaiono nei campi di grano nei giorni di San Giovanni, cioè di colui che battezzò Gesù e che quindi permise che il Cristo discendesse su di lui. E Cristo, infatti, significa “portatore di Luce”.
San Giovanni nacque il 24 giugno, quando il Sole (Cristo-Sole) tocca il punto più alto nel cielo e la Terra riceve la massima Luce.
Da bambina amavo molto le lucciole nelle notti chiare d’estate, quando ancora la terra era coltivata in modo naturale e i cieli erano limpidi. Chi sono le lucciole? Sono per l’uomo la rappresentazione di ciò che gli esseri viventi in altri mondi vedono quando guardano al nostro pianeta in estate: una luce che si accende nei giorni del solstizio. Le lucciole ricordano all’uomo che cos’è la Terra in quei giorni vista dal cosmo.
Rudolf Steiner dava risposte a domande a cui mai nessuno aveva saputo rispondermi, e le risposte erano concrete e spirituali insieme. Nulla nelle sue parole appariva senza realistica coerenza. Tali risposte ponevano nella mia anima i mattoni della grande Casa da cui tutto ha origine.

Il mio percorso con l’Antroposofia ebbe inizio molti anni fa, quando “casualmente” mi trovai in mano un libro dal titolo Le Api, scritto da un autore di nome Rudolf Steiner.
Lessi quel libro tutto d’un fiato e da quel giorno decisi che non potevo rinunciare a quella preziosa fonte di conoscenze occulte.
Avevo passato anni a studiare libri per trovare “qualcosa”, senza sapere precisamente che cosa. Avevo amato molti libri e molti autori, ma alla fine mi rimaneva sempre la sensazione di non aver trovato quello che cercavo.
Anche le più profonde analisi e ricerche mancavano di quel principio da cui può derivare il senso della vita dell’uomo e di tutto ciò che ci circonda.
Una strana ansia mi prendeva quando leggevo e cercavo risposte a ciò che da sempre bussava alla soglia della mia mente e del mio cuore, e quando incontrai Rudolf Steiner seppi che era l’Antroposofia ciò che avevo sempre cercato. Essa viveva in me come certezza da sempre saputa, ma ci voleva qualcuno, qual è appunto Colui che ce l’ha donata, a risvegliarla in me.
Quando terminai di leggere il libro sulle api sentii la pace. La pace dell’anima che finalmente ha trovato ciò che cercava, la pace che permette di sviluppare fede, speranza e amore, la pace di chi si sente finalmente in pace.
Così cominciai a conoscere l’Antroposofia e quell’uomo così speciale che ce l’ha portata. Mi appassionai da subito ai suoi testi, perché in essi non c’era la promessa di facili paradisi, non c’era la richiesta di stare fermi in meditazione per raggiungere un’estasi che soddisfa solo se stessi, non c’era alcuna leggerezza nel parlare dello Spirito.
Ciò che mi faceva sentire a casa era il fatto che lui parlava di api, di lucciole, di fango, di legno, di pietre, e di infinite altre cose ancora, come se tutto fosse preziosamente intriso di Luce.
Anche se afferma cose che sembrano magiche, come quando dice che la farfalla è un fiore chiamato in vita (e questa è la ragione dell’amore tra fiori e farfalle), o quando spiega che il baco da seta prende un filo di luce e lo materializza in un filo di seta, o quando racconta di come gli gnomi lavorano alle radici di una pianta o di come le ondine siano un’emanazione degli Arcangeli, e così via, anche se tutto questo può sembrare magico, in realtà lui lo spiega come se fosse matematica, dicendo perché e perché e perché, legando un significato ad un altro e ad un altro, in una serie infinita di processi “scientifici” che convergono tutti verso un’unica fonte: lo Spirito.
E lo Spirito ci appare allora come un’immensa unità da cui si dipartono infiniti raggi che nutrono la vita dell’intero cosmo.

Chi è Rudolf Steiner?
Una fiaba, una parabola, un enigma, una poesia, un essere divino fattosi uomo o un essere umano fattosi divino, o altro, altro ancora, dove non arrivano le parole, sicuramente un “gigante” dello Spirito, da pochi ancora conosciuto perché la sua grandezza spesso travalica il punto in cui può arrivare uno sguardo umano, benché egli abbia fatto il possibile per rendere lo Spirito accessibile all’uomo.
Molte persone non hanno mai sentito parlare di lui, altre – che lo conoscono un po’, magari tramite una soltanto delle discipline da lui trattate – lo pensano, a seconda dei casi, un filosofo, un pedagogista, un sociologo, un medico, un agronomo, un naturalista, un architetto, un matematico, un artista, un politico, un economista, uno psicologo, un veggente, uno spiritualista; qualcun altro non ha dubbi che egli sia un iniziato, altri, più rari, che sia un grandissimo iniziato.
Egli è, in realtà, tutto questo.
Ma c’è ancora qualcosa che lo rende “più” di tutti i “più” che ci sono stati sulla terra nell’epoca moderna. Non esiste nessuno sul pianeta la cui Opera Omnia sia composta di oltre 350 volumi il cui contenuto di conoscenza s’accresce ad ogni lettura, nessuno che abbia tenuto oltre 6.000 conferenze pubbliche sui più svariati argomenti relativi al mondo sensibile ed ultrasensibile, che abbia saputo raggiungere i vertici della visione spirituale fino a spingersi oltre gli Esseri del Sistema Solare e percepire il mistero della Santissima Trinità, ma soprattutto che abbia saputo contemporaneamente portare lo Spirito in tutti gli ambiti concreti della vita sulla Terra.
Egli è stato uno scienziato dello Spirito che ha lavorato con le mani sulla terra, che ha scavato la terra, scolpito il legno, usato il pennello, la penna e i mattoni. È stato un uomo di pensiero, di sentimento e di volontà. Ha vissuto nel perfetto equilibrio di queste tre forze dell’anima, e ha reso tutta la sua vita un’opera d’amore e di sacrificio per amore, fino all’estremo limite delle sue forze, fino al suo martirio di cui poco si parla anche negli stessi ambienti antroposofici, perché è riconosciuto come nella sua umiltà lui non desidererebbe che se ne parlasse.
Dell’enorme patrimonio di cultura ed amore lasciato all’umanità per la sua salvezza e la sua evoluzione, egli non rivendica alcuna paternità. La sua è stata pura offerta. Quale messaggero della Volontà Divina sulla Terra, quale portatore della Sofia, rappresentante del Cristo e collaboratore di Michele, egli ha vissuto il suo compito fino all’ultimo istante, in un totale sacrifico per l’uomo, senza chiedere nulla per sé.

Rudolf Steiner lasciò la vita terrena, il giorno 30 marzo 1925, alle ore 10 del mattino di un lunedì.
Le sue ceneri riposano ora nel piccolo cimitero racchiuso da una siepe e da grandi alberi, vicino al Goetheanum, l’edificio dove ha sede la Società Antroposofica Universale. Sulla pietra c’è il suo semplice nome con inciso il simbolo dei Rosacroce, la corrente esoterica cristiana medioevale, di cui l’Antroposofia rappresenta la continuazione nell’età attuale ed il collegamento all’impulso di Michele. Sulla pietra sono scolpite le iniziali in latino delle note frasi simboliche rosicruciane:
Ex Deo Nascimur.
In Christo Morimur.
Per Spiritum Sanctum Reviviscimus.
In quel luogo silenzioso si avverte la pace che l’anima chiede quando deve nutrirsi di Spirito. Ma è una strana pace. È come se contenesse una forza, come se non permettesse di riposare fino in fondo.
È come un invito a stare desti, a non dimenticare l’origine: Ex Deo Nascimur (dal divino abbiamo avuto origine); a non avere mai paura: In Christo Morimur (in Cristo la morte diviene vita); ad avere fede nelle forze che lo Spirito dona all’anima umana: Per Spiritum Sanctum Reviviscimus (nei pensieri universali dello spirito si risveglia l’anima).
È proprio così. In quel piccolo cimitero si risveglia l’anima, quindi si percepisce una pace senza riposo. Forse è anche così che Rudolf Steiner ci ricorda come non esista l’“eterno riposo” quale spesso ci è stato insegnato, ma un’eterna attività, in questa vita e nell’Altra e sempre. In perfetta concordanza con l’impulso dei Rosacroce, che portava una saggezza permeata di volontà ed un agire concreto nello Spirito e per lo Spirito, così Rudolf Steiner e tutto quanto di lui continua a vivere sulla Terra, inducono forza lavorativa, profondo impulso all’azione e profonda gioia di lavorare in accordo con i Mondi Superiori, i quali hanno un estremo bisogno dell’opera dell’uomo.

L’amore per Rudolf Steiner e l’Antroposofia nacque in me proprio come nasce l’amore per un compagno di vita o per un’amicizia preziosa. Comincia piano piano a muovere i suoi passi dentro il cuore, in maniera del tutto silenziosa all’inizio, e quando ci si accorge, si vede che il proprio cuore e l’intera vita sono ormai permeati di quel sentimento spirituale, dal quale non si viene mai più abbandonati, perché è come un’acqua che sgorga da una sorgente che non si esaurisce mai e che rinfresca le cellule dell’anima portando giovinezza al corpo ed entusiasmo alla vita.
Coloro che dicono che l’Antroposofia è difficile, in realtà temono di doversi “impegnare” troppo e spesso non vogliono veramente percorrere un sentiero di conoscenza spirituale e di autoconoscenza.
L’Antroposofia è “un’alta scuola di coraggio”, una vera via iniziatica, pertanto non può essere priva di sforzo ed impegno. E come potrebbe essere diversamente, visto che essa è l’“arto” che completa l’Essere della Sofia? Ma proprio in quanto tale essa ha una forza così grande che il cuore ne viene continuamente riscaldato, trasformato, rigenerato. E uno dei suoi segreti è che quando si comincia a comprendere in che modo gli esseri spirituali operano sulla Terra, nasce nel cuore il desiderio di collaborare con loro per realizzare le loro opere sulla Terra. Nasce il desiderio di “fare” qualcosa, qualcosa di “normale”, come piantare una pianta o educare un bambino, ma con uno sguardo “speciale”, pervaso di devozione, con uno sguardo come può essere quello che ha l’Angelo Custode per la creatura che custodisce. Allora ogni azione diventa sacra, si penetra nella natura degli archetipi, si conosce il Respiro che ci respira, si scopre l’essenza di un nuovo ritmo, si diventa liberi. Individui Liberi operanti nell’Amore.

“Se ne stava dinanzi a noi, l’educatore delle anime, come non ve n’era un altro: incarnazione egli stesso della forza conoscitiva dell’amore. Infatti, per quali altri motivi indicava instancabilmente la via verso le sfere superiori della conoscenza se non partendo dall’amore come causa prima?”[1]

“Rudolf Steiner compì nella sua vita l’azione di ricevere dai mondi spirituali l’essere spirituale “Antroposofia” e di inglobarlo nella sfera terrestre. Tale essere spirituale, ora insito nella sfera terrestre, non può essere vinto dalle potenze avverse per il fatto che venga annientata l’una o l’altra delle sue forme d’espressione terrestre, non perde la propria esistenza per il fatto che un decennio cieco non voglia vederlo, non muore anche se una parte dell’umanità terrestre non l’accolga, gli rifiuti o distrugga un laboratorio ed una dimora, poiché è di natura soprannaturale e come tale continua a costruirsi un corpo ex novo”.[2] 

“Come possiamo sopportare tutto quello che ci viene offerto?”… Lo spirito fluiva con un’abbondanza inconcepibile. Ogni campo che Rudolf Steiner toccava diveniva fresco di rugiada. Ogni punto di vista era completamente nuovo, non vi era ripetizione né nelle formulazioni, né nel ragionamento. Ci benediceva una fonte traboccante”.[3] 

“Chi poteva separarsi dalla vista di questo volto che rivelava la spiritualizzazione più pura, come mai era stato possibile ad uomo terreno farne una tale pietra preziosa?
Ognuno stava qui dinanzi a quell’Unico che, in quanto iniziato, aveva fatto l’esperienza della morte già da vivo, aveva spiegato la morte per tutta la vita ed ora era diventato egli stesso un essere trasfigurato nella morte! Il suo volto era illuminato dalla santa purezza di un’atemporalità giovanile. I capelli neri erano folti sul capo pallido e disteso, un’immagine della più compiuta purificazione che riportava la vittoria spirituale su tutti i dolori dell’incarnazione.”[4]

Nelle parole che seguono, scritte da F. W. Zeylmans van Emmichoven,[5] in questo “balbettio”, com’egli stesso ebbe a dire, “perché non ci sono parole per dire l’indicibile”, viene riportato quanto sperimentarono coloro che videro Rudolf Steiner nei giorni successivi al suo trapasso.

“…Era un’immagine di gioia divina e sofferenza umana. “L’amico di Dio e guida dell’umanità” (come l’aveva chiamato Albert Steffen).[6]
Fuori nella natura gli dei facevano festa perché la grande guida dell’umanità giungeva da loro… La sua preghiera sulla Terra era compiuta… si vedeva dinanzi a sé il volto di un santo, senza dolore e senza peccato. Un volto che appariva sovrumanamente grande, ma che conteneva contemporaneamente in piccolo tutto ciò che è bello e buono e vero. Irraggiungibilmente lontano da noi, ma nel contempo assolutamente vicino; divino, ma contenente tutto l’umano. La sua nobile fronte era ancor più luminosa di prima. Gli occhi infossati nascondevano misteri universali. La sua bella bocca parlava un linguaggio universale. Mai si videro tali mani: erano potenti come le mani di uno abituato ai lavori pesanti, ma spiritualizzate fino alle ultime fibre muscolari. Con esse scolpì nel duro legno, scrisse con esse la sua chiara, facile grafia. Ha continuato a dare la mano ad innumerevoli persone, e tutti l’hanno sperimentato come una benedizione…
… Si levò un profumo di fiori che parlava un delicato linguaggio animico… emergevano immagini di un lontanissimo passato… Poi comprendemmo improvvisamente: questo è un evento sovratemporale. Indica un lontanissimo passato, indica un lontanissimo futuro. Qui si fondono passato ed avvenire formando così, uniti, un’eterna immagine macrocosmica. Un’immagine di divina guida dell’uomo e di umano destino universale!… espressione di grandissima saggezza, di profondissimo amore e di massima santità.”

 Anche per me è difficile esprimere quanta grandiosità può portare nella vita la conoscenza delle opere di quest’uomo ed il respiro della sua presenza in esse.
Così come fu per tutti coloro che l’hanno conosciuto veramente, la mia gratitudine è assai piccola cosa rispetto al dono senza limiti ch’egli ha portato all’umanità, al Sì senza limiti con cui ha offerto la sua vita per la Verità.
La densità di significato che, dal lontano giorno in cui lessi le prime sue parole, pervade la mia vita interiore, mi ha donato una forza per cui non temo più alcuna prova. Qualsiasi sia la sfida che la vita mi chiede “so” con ferrea certezza che essa è lavata nel sangue del cuore spirituale.
E questo è il dono più prezioso che ho avuto da lui e per il quale ogni “grazie” è soltanto un soffio.
Spero con tutto il cuore che sempre più persone possano abbracciare coraggiosamente l’Antroposofia, respirare la sua forza e la sua inesauribile gioia, per poterla poi vivificare nell’anima e nella vita.
E se qualcuno pensa che questo sia eccessivo, se qualcuno considera i libri di Rudolf Steiner troppo “complessi, duri, ostici, scientifici”, se qualcuno si sente infastidito o innervosito da quella sapienza che desta intimamente rifiuto dell’impegno che inconsciamente richiede, se qualcuno non accetta ch’egli parli di Spiriti dando loro nomi precisi, che parli di convegni e battaglie nei mondi spirituali con tanto di date come nei libri di storia, se qualcuno non vuole sentir parlare del Cristo e della Sofia perché la sola vibrazione dei loro nomi chiede rinuncia al mondo materiale e costante tensione verso la Verità, e se qualcuno per ancora altre mille ragioni volesse dire “No” all’Antroposofia, si senta pure libero di farlo.
Perché il dono più grande, tra tutti i grandi doni che Rudolf Steiner ci ha portato, è stato l’assoluto rispetto dell’Individuale Libertà. Ed egli sarebbe più felice di sapere che una persona lo rifiuta in Libertà, piuttosto di un’altra che lo accoglie perché ha seguito un consiglio di altri.
Tale Libertà rappresenta infatti nell’oggi il nutrimento di ciò che gradualmente diverrà la forza costitutiva del nostro Io, del suo puro, indistruttibile, eterno brillare.

(Articolo tratto dall’Appendice del mio libro: “Il Sì di Maria”, Edizioni CdL, 2015)

 

[1] Testimonianza di Friedrich Hiebel, che conobbe e seguì gli insegnamenti di Rudolf Steiner nel 1924, quando aveva soltanto 21 anni. Fu insegnante nelle Scuole Waldorf, docente universitario in America, poeta e scrittore. Nel 1963 divenne membro della Presidenza della Società Antroposofica Universale.

[2] Testimonianza di Guenther Wachsmuth, membro della prima Presidenza della Società Antroposofica Universale.

[3] Testimonianza di Kurt Magerstadt, giovane studente in medicina, nel settembre del 1924, quando Rudolf Steiner stava ormai per concludere la sua vita terrena e, nonostante la grave sofferenza fisica, riusciva a tenere circa quattro conferenze al giorno ed avere centinaia di contatti individuali alla settimana.

[4] Testimonianza di Friedrich Hiebel, subito dopo la morte di Rudolf Steiner.

[5] F. W. Zeylmans van Emmichoven, medico, stretto collaboratore di Rudolf Steiner, fu Segretario Generale della Società Antroposofica in Olanda.

[6] Albert Steffen, poeta, membro della prima presidenza della Società Antroposofica Universale.

Le 13 Notti Sante, un Dono dell’Universo

Siamo nei giorni più bui dell’anno.
La notte, con tutto il suo fascino colmo di mistero, si estende per lunghe ore e, nel tacito silenzio, l’Anima umana può fare l’esperienza di se stessa e della sua natura spirituale molto più intensamente che in qualsiasi altro periodo dell’anno. Molti sono gli accadimenti spirituali che si verificano in queste Notti e Giorni Santi:

1. L’incontro dell’Anima con lo Spirito.
In questi giorni celebriamo la vittoria della Luce sulle tenebre, il Sole Invictus, ossia il Sole non vinto, il Sole che viene come partorito dal grembo della Notte e comincia a crescere.
Le tenebre, a poco a poco, si arrendono alla Luce, che raggiungerà il suo culmine esattamente sei mesi dopo, nel solstizio d’estate. Questo evento è per l’Anima umana, preparata e purificata nel periodo dell’Avvento, il Calice al cui interno nasce il Gesù, l’Io Superiore, la cui natura è compenetrata dall’Io eterno del Cristo-Sole. Tale è il mistero della Notte di Natale.

2. Il dialogo tra le due Lune (la concordanza di fase della Luna Sinodica con la Luna Siderale).
La Luna Sinodica, o planetaria (da luna piena a luna piena – ciclo di 29,5 giorni) e la Luna Siderale, o stellare (allineamento terra – luna – stella, ciclo di 27,3 giorni), sono ora nella fase concordante (mentre in estate erano alla massima distanza), quindi possono “parlarsi”. Questo dialogo che la Luna intesse sia con i pianeti che con le stelle porta nuove forze di vita al regno vegetale e fortifica tutto ciò che in noi corrisponde a tale regno, ossia le nostre forze vitali, le quali vengono compenetrate maggiormente dagli impulsi animici (planetari) e spirituali (zodiacali) di cui la Luna è mediatrice. Questa concordanza lunare porta in queste Notti una profonda rigenerazione delle nostre forze eterico-vitali che riposano al sicuro nel nostro corpo fisico assieme agli Esseri di cui sono intessute.

3. Il dialogo dell’Anima con la Terra.
Il regno vegetale ha una vera e propria coscienza nel nostro pianeta, la Coscienza Vegetale. Tuttavia, nel periodo invernale, la Coscienza maggiormente attiva è quella del regno Minerale.
Nei Giorni e Notti Sante scendono dal Cosmo le forze che fanno crescere i cristalli. La Coscienza Minerale è la Coscienza Madre del nostro pianeta, poiché anch’esso ha un corpo fisico, sul quale s’innalza l’eterico, l’astrale e lo spirituale.
La Coscienza Fisica, proprio come nell’uomo è sede delle forze spirituali che si sviluppano a livello di pensiero, nella Terra è pure la sua forza-pensiero. La Terra pensa. E il suo pensiero riguarda i processi stellari, il mistero di tutto il cosmo. Tutto ciò che noi calpestiamo o respiriamo sulla Terra è Pensiero della Terra e cioè Pensiero Cosmico.
In queste Notti, specialmente a Capodanno, la Coscienza Minerale, il Pensiero della Terra, si unisce alla Coscienza Vegetale che nel resto dell’anno ne è invece separata.
Nel periodo di Capodanno il mondo vegetale, la cui manifestazione è attiva fortemente in primavera e d’estate, ma la cui coscienza è invece dormiente, nel periodo invernale si desta e raggiunge la massima veglia a Capodanno, dove può “parlare” con il mondo minerale. La Coscienza Vegetale apprende, tramite la Coscienza Minerale, i misteri delle stelle. E se portiamo questo grande mistero dentro l’uomo, vedremo che anche all’uomo è data la possibilità di immergersi con la propria coscienza nella Coscienza Vegetale e di vivere una profonda unione con la Terra e con gli Esseri eterici che in essa sono raccolti. In questa unione egli può cogliere ciò che vive nell’universo.

4. Il dialogo dell’Anima con il Cristo.
Nella biografia umana avvengono tre incontri: l’incontro con lo Spirito Santo, con il Figlio e con il Padre.
Il primo, l’incontro con lo Spirito Santo, avviene ogni notte; è l’incontro con il nostro Io Superiore, o Sé Spirituale. Esso ispira in noi gli ideali più alti, porta calore e luce agli impulsi di bene che possiamo rendere concreti nelle nostre azioni.
Il secondo, l’incontro con il Figlio, ossia con il Cristo, avviene nelle 13 Notti Sante. In queste notti sperimentiamo, oltre al nostro Io Superiore, l’Io Eterno, l’Io Cristico che unisce tutti gli “Io” quale abbraccio all’umanità intera.
Il terzo incontro è l’incontro con il Padre e questo avviene una sola volta nella vita, all’incirca a 35 anni e rappresenta un grande passaggio “obbligato” del destino.
Tutti questi incontri avvengono nella nostra incoscienza, ma non è difficile coglierne l’essenza, se pensiamo a come l’incontro di ogni notte con il nostro Io Superiore ci doni al mattino freschezza ed entusiasmo; l’incontro con il Padre segni la svolta del “mezzo del cammin di nostra vita”; e quello con il Figlio riempia di dolcezza amorevole e di perdono i giorni e le notti tra Natale e l’Epifania.

Se portiamo a maggiore consapevolezza tutti i misteri cosmici che avvengono in questo periodo, se ci uniamo profondamente all’Essere della Natura e della Terra, se lasciamo che in noi s’intessa il dialogo che il mondo spirituale ci dona, cominciamo a fare l’esperienza dell’appartenenza all’universo e la nostra vita interiore verrà ulteriormente arricchita dal nutrimento spirituale delle 13 Notti Sante.
In esse, i nostri tre arti superiori (Sé Spirituale, Spirito Vitale, Uomo Spirito), compenetrano i nostri arti inferiori (corpo fisico, eterico, astrale, Io) e in questa fusione riceviamo tutti una sorta di nuovo battesimo, così come il 6 gennaio si celebra la discesa del Cristo in Gesù attraverso il battesimo nel Giordano.
Ogni notte riceviamo un particolare influsso zodiacale. La notte del 24-25 dicembre è governata dall’Ariete, quella del 25-26 dal Toro, e così via, fino ai Pesci, la notte tra il 5 e 6 gennaio.
È importante non perdere queste occasioni di grande compenetrazione spirituale da parte di tutte le forze cosmiche e degli Esseri Spirituali che ci guidano. Quindi, prima di entrare nell’incoscienza del sonno, nella quale, tuttavia, è molto vigile e attiva la nostra parte più spirituale, sarebbe opportuno prepararsi con meditazioni, riflessioni, preghiere e silenzio…. Così possiamo mettere la nostra anima in una disposizione di pace e di accoglienza di quanto quella specifica notte feconderà in noi.

5. Il dialogo dell’Anima con gli Archai.
Il momento più magico delle 13 Notti è il Capodanno. Nel momento di mezzanotte si incontrano la corrente del tempo che va dal passato al futuro e quella che viene dal futuro verso il passato. In quel momento abbiamo la possibilità di esprimere desideri o nuovi progetti, con la certezza che gli Archai, (o Principati), i grandi Spiriti del Tempo, li accoglieranno e ci daranno la possibilità di realizzare quanto chiesto nell’anno che verrà.
È importante avere chiarezza su quanto viene espresso e sapere che ogni richiesta presuppone lo sviluppo di certe forze per le quali ci vengono date delle prove da affrontare. Perciò, ogni richiesta dovrebbe essere espressa non in modo generico e nemmeno troppo elevato rispetto alle nostre possibilità, ma con chiara coscienza di pensiero, sentimento e volontà, con la fede e la fiducia che verrà accolta ed esaudita.
Se si è tra amici, si può condividere questo momento insieme e negli abbracci che seguiranno augurare davvero che quanto richiesto si realizzi.
Questo è l’unico momento dell’anno in cui l’alta Gerarchia degli Spiriti del Tempo ci è così vicina e può accogliere i nostri pensieri. Essi saranno tanto più preziosi per noi e per i Mondi Superiori, quanto più avranno un carattere evolutivo e affine a tutto ciò che è Vita.

Il mio augurio per queste Notti Sante

è che davvero ci possiamo compenetrare

con l’Anima della Terra, della Luna e delle Stelle, 

con l’Amore Cristico e con la Vera Pace.



Per approfondire maggiormente questi temi consiglio la lettura di:
R. Steiner, Le Tredici Notte Sante, (O.O. n. 127), ed. Antroposofica;
– R. Steiner, Il corso dell’anno come simbolo del grande anno cosmico,
(da O.O. n. 65, sesta conferenza);
– S. Prokofieff, Il Corso dell’anno come iniziazione all’esperienza dell’entità del Cristo,
ed. Arcobaleno;
– P. Archiati, La tua biografia, ed. Archiati;
– E. Nastati, Il Natale nei Misteri del Tempo, ed. Eureka.

In attesa della Pasqua

In questa Settimana Santa e in questa strana primavera, dove l’apparente tranquillità esteriore e il naturale fiorire della natura sembrano raccontare il linguaggio di sempre, non è possibile però dimenticare ciò che abbiamo vissuto nei tre anni passati e nemmeno rimuovere la forte tensione interiore che ogni anima in cammino avverte dentro di sé.

Tra pochi giorni sarà Pasqua, il grande momento della Resurrezione, di ciò che ha cambiato per sempre il divenire del mondo e dell’uomo, e che ogni anno si rinnova in noi.

Ma Resurrezione cosa significa oggi? Cosa vuol dire Risorgere?

Risorgere non è un sorgere, bensì un Sorgere Ancora, un Sorgere in modo Nuovo. Ed è proprio questo Nuovo che bussa alle porte del cuore e della coscienza, che chiede di essere visto e portato alla luce.

In questi anni abbiamo tutti sperimentato il sentimento dell’impotenza. Tale sentimento è proprio ciò che possiamo definire Crocifissione. Siamo stati crocifissi nei nostri ideali, nella nostra libertà, nella nostra verità, nella nostra coscienza morale. Tutti abbiamo subìto un’umiliazione.

Tuttavia, l’umiliazione, se osservata secondo un principio spirituale, è quanto spegne l’orgoglio, spezza l’ergersi sdegnoso dell’ego, spezza la lama che dal basso s’innalza e mentre ci obbliga a volgere lo sguardo verso il basso, apre la strada a ciò che scende dall’Alto.

Come dice l’antroposofo Valentin Tomberg: “Nel vuoto dell’anima e nel tacere dello spirito muore a poco a poco l’orgoglio, finché giunge l’ora decisiva, in cui l’uomo si sente ormai come una canna vuota, e non trova in sé più alcuna forza per porsi nel mondo come un essere eretto… Il nucleo vitale della personalità è stato distrutto: l’uomo si sente così vuoto, da non restargli che una sola possibilità: affidare all’amore l’ultimo soffio di vita dell’anima. Ciò facendo, svaniscono i muri della sua prigione e il cielo si apre sopra di lui…”

Queste parole, scritte quasi un secolo fa, sembrano riflettere profondamente ciò che ognuno di noi ha potuto sperimentare in questi ultimi tempi: Affidare all’amore l’ultimo soffio di vita dell’anima.

Questo è quanto in questa Settimana Santa potremo intensificare, affinché ci sia possibile Sorgere a Nuovo e vedere il cielo che si apre sopra di noi.

Il tempo è maturo per le anime che hanno lavorato su se stesse. Tre anni e un terzo è stato il tempo che il Cristo ha vissuto nel Gesù. E i tre anni e un terzo si stanno completando anche per noi, in questo periodo di prove, dove, quale specchio rovesciato della vita del Cristo, è stato concesso all’Oppositore la stessa durata.

Cerchiamo di non sprecare questi mesi di primavera, di lavorare intensamente al perfezionamento della nostra anima, elevare la nostra coscienza, intensificare le azioni morali.

Molti doni ci attendono in questa Pasqua e nel tempo che seguirà, fino all’Ascensione e alla Pentecoste, ma spetta sempre ad ognuno di noi l’esperienza dell’umiltà, il rilascio dell’orgoglio e l’affidare all’amore l’ultimo soffio di vita dell’anima.

Auguro a tutti di vivere in pienezza questa settimana di passione con tutta la sua pregnanza del mistero di morte-rinascita.

Un abbraccio grande, che unisca profondamente le nostre anime e i nostri cuori.

Loretta

Cari Ragazzi, non lasciatevi strappare la volontà.

Una lettera ai giovani ispirata ai principi della Scienza dello Spirito di Rudolf Steiner.

Un libro che parla ai giovani da una nuova prospettiva, riconoscendo il valore di quanto hanno da dire e da offrire al mondo e di quanto questo mondo li abbia traditi nella più intima natura dell’anima.

Una lettera di speranza e di coraggio per un cambiamento che è estremamente urgente.

Cari ragazzi….. coraggio,  guardatevi! Lo sguardo deve volgersi all’interno se volete capire chi siete; se volete ricordare la vostra origine; se volete conquistare il trono che già vi appartiene; se volete collaborare con il destino anziché subirlo; se volete che il viaggio in questa Terra sia ricco d’incontri, di esperienze, di conoscenza e amore. Ricordate la vostra origine. Siete venuti a portare un messaggio nuovo. Da tempo vi stavamo aspettando. Dovete superare tutti gli inganni in cui vi abbiamo fatto inciampare…..

Dove acquistare il libro?

Si può ordinare presso qualsiasi libreria oppure online

www.cerchiodellaluna.com  –   www.macrolibrarsi.it   –  www.ilgiardinodeilibri.it

I miei libri

La passione che mi accompagna da sempre è la scrittura, e non appena ho avuto abbastanza forza e maturità per diffondere ciò che la mia esperienza, congiuntamente alla Scienza dello Spirito, mi avevano dato, ho iniziato a pubblicare dei libri, sugli argomenti che la vita o il destino mi hanno portato ad approfondire, gli stessi che ora desidero condividere qui.
I temi trattati possono sembrare apparentemente scollegati tra loro, dal momento che uno riguarda la salute, un altro la natura femminile, e un terzo il mondo animale… ma ciò che lega tra loro degli ambiti così diversi è il nucleo centrale che possiamo chiamare Io o Sé Superiore, o Coscienza, o Spirito, e che come tale si manifesta in maniera diversificata in tutto ciò che esiste.
Nella malattia è la Coscienza a trovarsi in disarmonia con le varie parti dell’essere; nel mondo femminile, ossia nella natura dell’anima, c’è la forza per salire verso la Coscienza, e nel segreto che nasconde il mondo animale vi è la missione per l’evoluzione della Coscienza.