Le 13 Notti Sante, un Dono dell’Universo

Siamo nei giorni più bui dell’anno.
La notte, con tutto il suo fascino colmo di mistero, si estende per lunghe ore e, nel tacito silenzio, l’Anima umana può fare l’esperienza di se stessa e della sua natura spirituale molto più intensamente che in qualsiasi altro periodo dell’anno. Molti sono gli accadimenti spirituali che si verificano in queste Notti e Giorni Santi:

1. L’incontro dell’Anima con lo Spirito.
In questi giorni celebriamo la vittoria della Luce sulle tenebre, il Sole Invictus, ossia il Sole non vinto, il Sole che viene come partorito dal grembo della Notte e comincia a crescere.
Le tenebre, a poco a poco, si arrendono alla Luce, che raggiungerà il suo culmine esattamente sei mesi dopo, nel solstizio d’estate. Questo evento è per l’Anima umana, preparata e purificata nel periodo dell’Avvento, il Calice al cui interno nasce il Gesù, l’Io Superiore, la cui natura è compenetrata dall’Io eterno del Cristo-Sole. Tale è il mistero della Notte di Natale.

2. Il dialogo tra le due Lune (la concordanza di fase della Luna Sinodica con la Luna Siderale).
La Luna Sinodica, o planetaria (da luna piena a luna piena – ciclo di 29,5 giorni) e la Luna Siderale, o stellare (allineamento terra – luna – stella, ciclo di 27,3 giorni), sono ora nella fase concordante (mentre in estate erano alla massima distanza), quindi possono “parlarsi”. Questo dialogo che la Luna intesse sia con i pianeti che con le stelle porta nuove forze di vita al regno vegetale e fortifica tutto ciò che in noi corrisponde a tale regno, ossia le nostre forze vitali, le quali vengono compenetrate maggiormente dagli impulsi animici (planetari) e spirituali (zodiacali) di cui la Luna è mediatrice. Questa concordanza lunare porta in queste Notti una profonda rigenerazione delle nostre forze eterico-vitali che riposano al sicuro nel nostro corpo fisico assieme agli Esseri di cui sono intessute.

3. Il dialogo dell’Anima con la Terra.
Il regno vegetale ha una vera e propria coscienza nel nostro pianeta, la Coscienza Vegetale. Tuttavia, nel periodo invernale, la Coscienza maggiormente attiva è quella del regno Minerale.
Nei Giorni e Notti Sante scendono dal Cosmo le forze che fanno crescere i cristalli. La Coscienza Minerale è la Coscienza Madre del nostro pianeta, poiché anch’esso ha un corpo fisico, sul quale s’innalza l’eterico, l’astrale e lo spirituale.
La Coscienza Fisica, proprio come nell’uomo è sede delle forze spirituali che si sviluppano a livello di pensiero, nella Terra è pure la sua forza-pensiero. La Terra pensa. E il suo pensiero riguarda i processi stellari, il mistero di tutto il cosmo. Tutto ciò che noi calpestiamo o respiriamo sulla Terra è Pensiero della Terra e cioè Pensiero Cosmico.
In queste Notti, specialmente a Capodanno, la Coscienza Minerale, il Pensiero della Terra, si unisce alla Coscienza Vegetale che nel resto dell’anno ne è invece separata.
Nel periodo di Capodanno il mondo vegetale, la cui manifestazione è attiva fortemente in primavera e d’estate, ma la cui coscienza è invece dormiente, nel periodo invernale si desta e raggiunge la massima veglia a Capodanno, dove può “parlare” con il mondo minerale. La Coscienza Vegetale apprende, tramite la Coscienza Minerale, i misteri delle stelle. E se portiamo questo grande mistero dentro l’uomo, vedremo che anche all’uomo è data la possibilità di immergersi con la propria coscienza nella Coscienza Vegetale e di vivere una profonda unione con la Terra e con gli Esseri eterici che in essa sono raccolti. In questa unione egli può cogliere ciò che vive nell’universo.

4. Il dialogo dell’Anima con il Cristo.
Nella biografia umana avvengono tre incontri: l’incontro con lo Spirito Santo, con il Figlio e con il Padre.
Il primo, l’incontro con lo Spirito Santo, avviene ogni notte; è l’incontro con il nostro Io Superiore, o Sé Spirituale. Esso ispira in noi gli ideali più alti, porta calore e luce agli impulsi di bene che possiamo rendere concreti nelle nostre azioni.
Il secondo, l’incontro con il Figlio, ossia con il Cristo, avviene nelle 13 Notti Sante. In queste notti sperimentiamo, oltre al nostro Io Superiore, l’Io Eterno, l’Io Cristico che unisce tutti gli “Io” quale abbraccio all’umanità intera.
Il terzo incontro è l’incontro con il Padre e questo avviene una sola volta nella vita, all’incirca a 35 anni e rappresenta un grande passaggio “obbligato” del destino.
Tutti questi incontri avvengono nella nostra incoscienza, ma non è difficile coglierne l’essenza, se pensiamo a come l’incontro di ogni notte con il nostro Io Superiore ci doni al mattino freschezza ed entusiasmo; l’incontro con il Padre segni la svolta del “mezzo del cammin di nostra vita”; e quello con il Figlio riempia di dolcezza amorevole e di perdono i giorni e le notti tra Natale e l’Epifania.

Se portiamo a maggiore consapevolezza tutti i misteri cosmici che avvengono in questo periodo, se ci uniamo profondamente all’Essere della Natura e della Terra, se lasciamo che in noi s’intessa il dialogo che il mondo spirituale ci dona, cominciamo a fare l’esperienza dell’appartenenza all’universo e la nostra vita interiore verrà ulteriormente arricchita dal nutrimento spirituale delle 13 Notti Sante.
In esse, i nostri tre arti superiori (Sé Spirituale, Spirito Vitale, Uomo Spirito), compenetrano i nostri arti inferiori (corpo fisico, eterico, astrale, Io) e in questa fusione riceviamo tutti una sorta di nuovo battesimo, così come il 6 gennaio si celebra la discesa del Cristo in Gesù attraverso il battesimo nel Giordano.
Ogni notte riceviamo un particolare influsso zodiacale. La notte del 24-25 dicembre è governata dall’Ariete, quella del 25-26 dal Toro, e così via, fino ai Pesci, la notte tra il 5 e 6 gennaio.
È importante non perdere queste occasioni di grande compenetrazione spirituale da parte di tutte le forze cosmiche e degli Esseri Spirituali che ci guidano. Quindi, prima di entrare nell’incoscienza del sonno, nella quale, tuttavia, è molto vigile e attiva la nostra parte più spirituale, sarebbe opportuno prepararsi con meditazioni, riflessioni, preghiere e silenzio…. Così possiamo mettere la nostra anima in una disposizione di pace e di accoglienza di quanto quella specifica notte feconderà in noi.

5. Il dialogo dell’Anima con gli Archai.
Il momento più magico delle 13 Notti è il Capodanno. Nel momento di mezzanotte si incontrano la corrente del tempo che va dal passato al futuro e quella che viene dal futuro verso il passato. In quel momento abbiamo la possibilità di esprimere desideri o nuovi progetti, con la certezza che gli Archai, (o Principati), i grandi Spiriti del Tempo, li accoglieranno e ci daranno la possibilità di realizzare quanto chiesto nell’anno che verrà.
È importante avere chiarezza su quanto viene espresso e sapere che ogni richiesta presuppone lo sviluppo di certe forze per le quali ci vengono date delle prove da affrontare. Perciò, ogni richiesta dovrebbe essere espressa non in modo generico e nemmeno troppo elevato rispetto alle nostre possibilità, ma con chiara coscienza di pensiero, sentimento e volontà, con la fede e la fiducia che verrà accolta ed esaudita.
Se si è tra amici, si può condividere questo momento insieme e negli abbracci che seguiranno augurare davvero che quanto richiesto si realizzi.
Questo è l’unico momento dell’anno in cui l’alta Gerarchia degli Spiriti del Tempo ci è così vicina e può accogliere i nostri pensieri. Essi saranno tanto più preziosi per noi e per i Mondi Superiori, quanto più avranno un carattere evolutivo e affine a tutto ciò che è Vita.

Il mio augurio per queste Notti Sante

è che davvero ci possiamo compenetrare

con l’Anima della Terra, della Luna e delle Stelle, 

con l’Amore Cristico e con la Vera Pace.



Per approfondire maggiormente questi temi consiglio la lettura di:
R. Steiner, Le Tredici Notte Sante, (O.O. n. 127), ed. Antroposofica;
– R. Steiner, Il corso dell’anno come simbolo del grande anno cosmico,
(da O.O. n. 65, sesta conferenza);
– S. Prokofieff, Il Corso dell’anno come iniziazione all’esperienza dell’entità del Cristo,
ed. Arcobaleno;
– P. Archiati, La tua biografia, ed. Archiati;
– E. Nastati, Il Natale nei Misteri del Tempo, ed. Eureka.

Domenica di Pasqua

Mi è stato chiesto di condividere questi audio, registrati inizialmente per un piccolo gruppo di amici.
Mi scuso se il linguaggio è spontaneo e risente di qualche imperfezione.
Essi vogliono essere semplici spunti di riflessione su quell’infinito mistero della Passione e Resurrezione, del quale oggi possiamo cominciare a comprendere il significato, grazie al grande contributo di Rudolf Steiner.

In attesa della Pasqua

In questa Settimana Santa e in questa strana primavera, dove l’apparente tranquillità esteriore e il naturale fiorire della natura sembrano raccontare il linguaggio di sempre, non è possibile però dimenticare ciò che abbiamo vissuto nei tre anni passati e nemmeno rimuovere la forte tensione interiore che ogni anima in cammino avverte dentro di sé.

Tra pochi giorni sarà Pasqua, il grande momento della Resurrezione, di ciò che ha cambiato per sempre il divenire del mondo e dell’uomo, e che ogni anno si rinnova in noi.

Ma Resurrezione cosa significa oggi? Cosa vuol dire Risorgere?

Risorgere non è un sorgere, bensì un Sorgere Ancora, un Sorgere in modo Nuovo. Ed è proprio questo Nuovo che bussa alle porte del cuore e della coscienza, che chiede di essere visto e portato alla luce.

In questi anni abbiamo tutti sperimentato il sentimento dell’impotenza. Tale sentimento è proprio ciò che possiamo definire Crocifissione. Siamo stati crocifissi nei nostri ideali, nella nostra libertà, nella nostra verità, nella nostra coscienza morale. Tutti abbiamo subìto un’umiliazione.

Tuttavia, l’umiliazione, se osservata secondo un principio spirituale, è quanto spegne l’orgoglio, spezza l’ergersi sdegnoso dell’ego, spezza la lama che dal basso s’innalza e mentre ci obbliga a volgere lo sguardo verso il basso, apre la strada a ciò che scende dall’Alto.

Come dice l’antroposofo Valentin Tomberg: “Nel vuoto dell’anima e nel tacere dello spirito muore a poco a poco l’orgoglio, finché giunge l’ora decisiva, in cui l’uomo si sente ormai come una canna vuota, e non trova in sé più alcuna forza per porsi nel mondo come un essere eretto… Il nucleo vitale della personalità è stato distrutto: l’uomo si sente così vuoto, da non restargli che una sola possibilità: affidare all’amore l’ultimo soffio di vita dell’anima. Ciò facendo, svaniscono i muri della sua prigione e il cielo si apre sopra di lui…”

Queste parole, scritte quasi un secolo fa, sembrano riflettere profondamente ciò che ognuno di noi ha potuto sperimentare in questi ultimi tempi: Affidare all’amore l’ultimo soffio di vita dell’anima.

Questo è quanto in questa Settimana Santa potremo intensificare, affinché ci sia possibile Sorgere a Nuovo e vedere il cielo che si apre sopra di noi.

Il tempo è maturo per le anime che hanno lavorato su se stesse. Tre anni e un terzo è stato il tempo che il Cristo ha vissuto nel Gesù. E i tre anni e un terzo si stanno completando anche per noi, in questo periodo di prove, dove, quale specchio rovesciato della vita del Cristo, è stato concesso all’Oppositore la stessa durata.

Cerchiamo di non sprecare questi mesi di primavera, di lavorare intensamente al perfezionamento della nostra anima, elevare la nostra coscienza, intensificare le azioni morali.

Molti doni ci attendono in questa Pasqua e nel tempo che seguirà, fino all’Ascensione e alla Pentecoste, ma spetta sempre ad ognuno di noi l’esperienza dell’umiltà, il rilascio dell’orgoglio e l’affidare all’amore l’ultimo soffio di vita dell’anima.

Auguro a tutti di vivere in pienezza questa settimana di passione con tutta la sua pregnanza del mistero di morte-rinascita.

Un abbraccio grande, che unisca profondamente le nostre anime e i nostri cuori.

Loretta