(Tratto dal libro “La Voce dell’Anima” di Loretta Martello, di prossima pubblicazione)
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Nei giorni bui e al contempo preziosi di questa svolta epocale, di questo tempo che passerà alla storia come il momento che ha trasformato in modo rapido e inarrestabile le coscienze umane, si leva da più parti il tema del ritorno della Madre, del ritorno dell’antica forza femminile, che può portarci alla liberazione da questo mondo tirannico e diretto verso tutto ciò che non è umano.
Questi tre anni sono trascorsi tra l’indifferenza di alcuni, la paura di altri, la rabbia e la colpa che spesso hanno alimentato una grave lotta di tutti contro tutti. Su costoro si sono levate in modo sussurrato le voci miti e consapevoli dei pochi che lavorano e seminano in silenzio.
Diversi fatti passeranno alla storia dei secoli futuri, quali immagini di un bene che risponde al male con altro bene, ad esempio quelle dei portuali dalle mani ruvide e dal cuore buono, inginocchiati in preghiera davanti alla polizia che li caricava. Un esempio di coraggio e di amore per tutto il mondo.
Essi ci ricordano le note parole di Gesù: “Beati gli ultimi perché saranno i primi”.
Un’immagine di un mondo maschile, forte nei muscoli e nella volontà, che senza rinunciare alla propria identità, ha accolto e portato a tutto il mondo il messaggio che vive nella natura femminile dell’anima.
In questo strano tempo abbiamo sentito tanti discorsi, tante parole e pensieri ridondanti e ripetitivi, il più delle volte a favore della terribile tirannide che si nasconde dietro i fatti e i divieti che ogni giorno si fanno sempre più serrati. Tutto ciò ha riempito di egregore oscure l’atmosfera che circonda la Terra.
Sotto a queste nubi scure, che a volte diventano veri e propri cataclismi, lavacro di cumuli di macerie spirituali prodotte da pensieri materialistici ed egoistici, s’accende qualche luce dell’anima rischiarata dall’amore.
Il tesoro dell’amore che vive nell’anima è quanto la natura femminile comprende attraverso un naturale istinto, una spontanea forza, un elemento celeste che sembra a volte latitante nell’essere maschile.
E tuttavia qualsiasi essere umano, maschile o femminile, lo possiede, possiede in sé la forza d’amore capace d’inondare l’anima e renderla sempre più libera, vera, pura.
L’amore che abita nell’anima non è una prerogativa del mondo femminile, ma la donna ne ha comunque un accesso più diretto, una chiave più semplice per accostarvisi. Essa è depositaria del segreto che, attraverso i secoli, cerca oggi, piano piano, di venire alla luce.
La confusione dei nostri giorni, la crisi interiore ed esteriore, l’inganno sociale frutto dell’informazione distorta e falsa, hanno spremuto l’anima nostra come mai era accaduto prima d’ora.
La grandissima opportunità che ci viene offerta non può essere sprecata. Hanno portato il loro contributo medici, giuristi, giornalisti, liberi pensatori e liberi cittadini capaci ancora di un pensiero proprio, capaci ancora di levare il velo della matrix o della maya, per accedere ai messaggi della coscienza. Il contributo di tutti costoro è fondamentale, propositivo, indispensabile, così come quello di tutti coloro che si attivano per scuotere quest’umanità addormentata, per portare nelle piazze e nelle strade ciò che è vero, buono e giusto.
Però qualcos’altro deve scaturire dalle profondità dell’Anima nostra, qualcosa che abbracci con Amore il senso di ciò che accade e che accadrà, qualcosa che dia vita a quel seme che per lungo tempo ha riposato nel tepore semplice della vita sensibile.
Oggi è necessario che quel seme si risvegli. E’ necessario che porga il suo contenuto alla coscienza. Il tempo è breve. Ogni attimo è prezioso. Chi può aiutare quel seme a germogliare nell’anima di ogni uomo e di ogni donna?
Il femminile, la forza-la natura-la sostanza del femminile.
Da tempo esso opera in silenzio, creando una rete invisibile tra gruppi di donne che si uniscono per parlare, studiare, creare, sorridere, donne che stanno insieme per condividere, per conoscere, per aiutarsi scambievolmente. Tra loro si parla del ritorno della Dea, o di Madre Terra, di Maria, di Sofia, della Madre Universale e di altre divinità femminili, ma il contenuto è lo stesso, l’impulso attinge alle profondità dell’anima, che sono collegate verso il basso con l’anima della Terra, verso l’alto con l’anima del Cielo, e al centro con l’anima dell’Amore.
E’ un sentire comune, è la medesima forza.
“Ci trae superno, verso l’empireo, femmineo eterno”. Con queste parole J. W. Goethe concluse il suo grandioso Faust.
L’eterno femminino, ossia l’anima umana, con forza superiore ci trae verso l’empireo, verso l’alto dei Cieli, verso il luogo dal quale veniamo e verso il quale andremo. L’eterno femminino è la forza evolutiva che permette questa salita. Sia che viviamo questa incarnazione come uomini o come donne, è la forza femminile che ci conduce in alto e in avanti.
Io vorrei poter aggiungere: è ciò che in questo tempo di grande svolta ci trae fuori da ciò che sembra abbattersi con violenza sulla nostra dignità, sulla nostra libertà, ciò che può mettere armonia nel caos, amore nell’odio, coraggio nella paura, pace nella violenza.
Una parola dolce di una donna, una carezza, un sorriso, possono dissipare molte oscurità. C’è bisogno di Luce. E la Luce appartiene all’Anima ricca di Spirito, compenetrata di Spirito. Il femminile ha in sé la possibilità di farsi fecondare dallo Spirito e far quindi scaturire la Luce radiante con la quale è possibile guarire ogni male. Ed oggi, in particolare, guarire da questo male, che non è certo un virus (benché anch’esso sia espressione di un male più profondo dovuto all’influsso nefasto del pensiero materialistico), è qualcosa che non possiamo più rimandare, non possiamo più delegare.
E’ qualcosa da cui vogliamo uscire ed uscire in modo nuovo. Il mondo si farà nuovo. E sarà il femminile che abita dentro ogni uomo e dentro ogni donna a renderlo nuovo.
Le profezie parlano di “fine dei tempi”, “fine del mondo”, “fine del ciclo”, parlano di eventi apocalittici e di una svolta in cui nulla sarà più come prima.
Anche la narrazione ufficiale, così intrisa di menzogne, dice che niente sarà più come prima. E’ strano come gente asservita al potere usi le stesse parole di coloro che dal potere rifuggono. Ma questo accade perché è impossibile sfuggire all’antica voce dell’anima. Ora ella è qui.
Parlare di Anima significa parlare di ciò che unisce, di ciò che accomuna, di ciò che porta a fratellanza, a stare mano nella mano nell’unione che crea il calice per ospitare Amore.
Tra donne si formano cerchi di condivisione, tra uomini luoghi di conferenze, dove è “uno” colui che parla. Certo, anche una donna può sostenere una conferenza, ma non si vedrà mai un gruppo di maschi seduti in cerchio insieme a raccontarsi i vissuti del loro cuore. Ed è giusto così. Il maschile divide per individualizzarsi, il femminile si individualizza attraverso l’unione.
E credo sia proprio questo il segreto di cui oggi abbiamo particolarmente bisogno. Ritrovare noi stessi nell’altro, accettare questa sana partecipazione all’essere altrui, saper ascoltare, saper accettare, saper ricevere e saper donare.
Tutto questo è femminile. Tutto questo è Anima: il levarsi al di sopra della separazione e offrirsi, e riconoscersi mentre si offre.
Da migliaia di anni predomina il principio maschile, il principio che separa. Esso è stato una necessità evolutiva perché l’Io umano potesse affrancarsi, perché l’Individualità potesse rafforzarsi. Tuttavia, questo eccesso di caratteristiche maschili e il suo dominio sulla vita sociale e culturale, ha portato a quello che oggi sta succedendo. Quello che sta succedendo è frutto del materialismo-egoismo, che l’unilateralità del pensiero maschile ha prodotto. E questo è accaduto anche quando sono state le donne ad assumere dei ruoli guida delle società, perché purtroppo l’hanno fatto con una caratterizzazione maschile. Questo negli ultimi decenni si è verificato spesso, la donna ha preso a volte il potere con il pugno chiuso, non con la mano tesa in offerta, non con la dolcezza della madre o della sposa, non con l’ascolto dell’antica voce dell’anima.
Come sarebbe il mondo se fosse governato da donne madri, amanti, spose, sorelle, da donne colme della Luce che vive nell’anima? La legge dei Tempi ormai lo chiede.
Bussa alla porta della società, della politica, della cultura, delle chiese. Essa chiede un’obbedienza attiva, qual è quella appunto che può essere portata dalla natura femminile quando è autentica: accogliere senza subire, ricevere senza sostare, attendere senza languire, maturare senza accelerare. Non è fretta, non è inerzia, non è impulso, non è razionalità. E’ Centro ed è Oltre. Questo deve avvenire. Questo è necessario che avvenga e non in tempi troppo futuri.
Dalla Scienza dello Spirito sappiamo che la società avrà una caratteristica femminile nella sesta epoca di cultura, la quale si estende tra l’anno 3573 e l’anno 5733. In quell’epoca, che come tutte le epoche ha una durata di 2160 anni, ossia del tempo percorso dal Sole nell’attraversare una costellazione zodiacale, in quell’epoca il principio dominante sarà quello femminile, la forza più visibile sarà l’amore.
Tuttavia, oggi che siamo nella quinta epoca, si sta preparando ciò che accadrà nella sesta. La sesta sarà il compimento di ciò che viene deposto oggi. Per oggi intendo non solo tutto il periodo della quinta epoca, della quale abbiamo percorso quasi un terzo (essendo iniziata nel 1413), intendo proprio questi giorni.
Questi giorni, che sono arrivati come un ladro nella notte, senza far tanto rumore e stanno togliendo una libertà dopo l’altra, questi giorni che sono colmi di tensione, confusione, sofferenza e trasformazione.
Da tempo se ne sentiva l’albeggiare, da qualche decennio si avvertiva che si stava correndo verso il baratro. Nel linguaggio comune si diceva: “non si può andare avanti così”. Tutti si era colmi di qualcosa che non si sopportava più. Si era colmi di vuoto. Vuoto portato dalla tecnica, dal benessere esclusivamente materiale, dal piacere di una sessualità spesso eccessiva o pervertita, dall’oltraggio alla natura e agli animali, dalla negazione di qualsiasi tipo di sana e feconda sofferenza, dalla disgregazione dei valori che da sempre hanno costituito lo scopo e l’impegno degli esseri umani. Vuoto portato da una medicina che riduce l’uomo ad un semplice apparato fisico e lo assembla sempre più alle macchine, e da una psicologia che rinnega la radice stessa del suo nome: psychè, ossia anima.
Cosa ne sanno dell’anima la medicina e la psicologia ufficiali? Asservite entrambe al potere e all’autorità, hanno perso la forza semplice della domanda: “Perché?” Perché l’uomo respira? (e non l’anatomia del polmone); perché l’uomo pensa? (e non la sezione del cervello); perché l’uomo ama? (e non i trapianti di cuore); perché l’uomo è così com’è? Cosa in lui lo differenzia da tutti gli altri esseri della creazione? Cosa vive e pulsa di così invisibile in lui da renderlo, ad esempio, capace di parlare? Cos’è la parola?
La Parola è la sostanza vivente di ciò che è divino. Le parole si formarono in un tempo lontano, quando le antiche madri di allora cominciarono ad accogliere certi suoni provenienti dal cosmo e li trasformarono in canti, in danze e alla fine in parole. Da allora, attraverso le parole, si crearono le basi della civiltà.
E se ora dobbiamo costruire una nuova civiltà, dobbiamo riappropriarci del senso sacro della parola, ed usarla per il suo scopo fecondante. La Parola unisce uomini e unisce mondi.
La parola crea, la parola produce nascite. La donna è colei a cui è affidato il grande Compito della Nascita.
La nascita delle civiltà proviene dalle donne. In quella potente affermazione di Rudolf Steiner: “Non è esagerato dire che le nazioni civili hanno una struttura corporea e un’espressione, come pure certi fondamenti della vita fisiopsichica che derivano loro dalla donna” ci sta qualcosa che non ha a che fare soltanto con il passato, ma anche con l’oggi e con il futuro. Se la donna ha dato l’impulso nel passato al sorgere delle civiltà, essa lo darà ancora per tutto ciò che verrà. Questo è scritto nei testi sacri e risponde anche alla logica del divenire storico. Siamo davanti alla nascita di un mondo nuovo, non può essere che la donna colei che lo partorisce, colei che porta in sé le forze in grado di dargli vita.
Con questo non si vuol togliere nulla alla meraviglia del mondo maschile, alla sua pregnanza di volontà, equilibrio ed essenzialità. Avere giudizi negativi sul maschile porta un disturbo alle perfette leggi della vita, e crea una scissione che la donna non può volere in sé.
Ogni essere umano ha attraversato incarnazioni maschili e femminili, e se una donna si trova a soffrire in questa vita a causa di un uomo, dovrebbe forse riflettere su che uomo sia stata nelle precedenti incarnazioni, oppure se deve affrancarsi oggi nel comprendere le caratteristiche maschili. Lo stessa cosa, invertita, si può dire per l’uomo.
Quindi non intendo assolutamente parteggiare per la donna e sminuire il valore maschile, ma semplicemente identificare nella donna la natura più propriamente compenetrata di anima.
All’uomo nuovo, alla nuova figura maschile che già si affaccia all’orizzonte di questa civiltà nascente, appartiene in uguale misura il mondo dell’anima, deve solo cercare di penetrarla. Questo nuovo maschile ha forza nei muscoli e forza nello spirito, e un moto vivente autentico e non represso nell’anima. E tutto questo non ha nulla a che fare con ciò che si può definire “effeminato”. Le sue parole sono parole maschili, e così i suoi pensieri e le sue azioni. Ma nel profondo vibra quell’antica canzone, e quando egli s’accosta ad una donna la sa comprendere e farsene alimentare.
Quando parla con una donna la capisce, e se non la può capire, cerca di capirla. Legge i libri che lei legge, ascolta la musica che lei ama, si rende partecipe ai moti del suo cuore. Le offre la sua forza che per lei è sicurezza, le offre il suo sguardo sul mondo sociale, mondo ch’egli può affrontare senza lacune nella volontà, senza cedimenti nell’azione, senza incoerenze nel pensiero.
Da sempre il maschile accende ciò che il femminile concepisce, sviluppa e partorisce.
Quel lampo di fuoco, che è Spirito, tanto nella vita biologica quanto in quella del cosmo, sarebbe destinato a finire nel nulla, senza il calice del grembo, senza il calice dell’Anima. Ella è il ricettacolo di un infinito mistero. Tale mistero sta per sorgere a nuovo.
Finora si è svolto in qualche luogo privato, nelle sere dopo cena, con un libro e una canzone accanto a un camino o attorno ad un tavolo, sedute su un tappeto in armoniose condivisioni, nel cerchio di una danza, nel ricordo delle “tende rosse” e della saggezza delle antiche madri. Sono stati ritrovati i canti e le leggende delle donne sciamane, i rituali delle dee, il significato occulto della Luna e la sacralità del fuoco di Vesta, il mito delle “donne che corrono coi lupi”. Si sono riscoperte le Acque-Madri, i luoghi di culto a Maria, il Vangelo di Maddalena, la natura della saggezza nella Sofia, e molto, molto altro.
Ma tutto questo è avvenuto fuori dal fragore del mondo esterno. E’ avvenuto nella mitezza e nella dolcezza. Esternamente non ha frenato l’irrompere della tecnica, la corsa alla competizione e al potere. La saggezza primordiale del femminile ha protetto i figli fino a dove è stato possibile, all’interno delle famiglie e a volte nelle scuole quando un’educatrice sentiva vibrare in sé l’anima di un bambino. Quello che è stato fatto si è svolto sempre all’interno del piccolo focolare domestico o nella condivisione pratica dei compiti quando la coscienza era abbastanza desta per comprenderne il valore.
Nel mondo di coloro che sono al potere, però, le donne hanno gridato come gli uomini. La guida della società dovrà avvenire in un altro modo. Ciò che si è svolto nelle cerchie private di donne o all’interno delle famiglie, dovrà ora uscire. Non ci sarà futuro senza fratellanza, senza condivisione, senza partecipazione, senza unione. Non ci sarà futuro senza una mano che si dona a un’altra mano e che fa sorgere dalle macerie la bellezza e la fecondità dei propri segreti…..