La Via della Luce Femminile

Se il maschile può essere rappresentato con una linea diritta, il femminile è sicuramente una linea concava. Questa concavità è tutto ciò che il femminile racconta: è il nido, la culla, le braccia materne, la luna. E’ il seno, l’utero, il grembo, la mano. E’ il bacino dei mari, dei laghi, dei fiumi, l’incavo del cuore e la volta del cielo. E’ il vaso, la coppa, il contenitore universale, il calderone della Dea. Ed è molto, molto altro ancora.
In questa concavità si genera e si custodisce la vita. Dalla vita di un seme alla vita dell’universo, tutto avviene nell’umido e caldo interno di questa concavità.
Non vediamo mai cos’accade laggiù. Lo sappiamo soltanto più tardi, quando ciò che era nascosto, appare ai nostri occhi.
Ci hanno detto che dentro è buio. E noi sappiamo che i misteri avvengono sempre nel buio.
Tuttavia, così abbiamo creduto che il femminile sia oscurità. Ma se proviamo a “guardare laggiù”, laggiù, nel punto più basso dell’incavo, nel punto dove s’annida l’oscurità più oscura, laggiù, nell’oscuro grembo femminile, quello che troviamo non è che il volto stesso della Luce.

Essere Donna

Cosa vuol dire essere donna?

Questa domanda vive nel cuore femminile dagli antichi tempi in cui per la donna era semplice operare all’interno del proprio clan, del gruppo sociale o della famiglia, dai tempi in cui il legame con la Terra, l’Acqua e la Luna pulsava in armonia con la vita e con lo Spirito che la pervade. Allora la donna trovava in sé le risposte, poiché queste le erano fornite dalla vita stessa, dall’esempio delle altre donne e dal rispetto che il mondo maschile aveva per lei. La donna guidava la sua stessa vita e quella degli altri fidandosi della propria intuizione, dell’innata saggezza, percorrendo il sentiero interiore già tracciato dalla madre e da tutte le madri che erano venute prima di lei. Conosceva i ritmi della terra, l’insegnamento degli animali, i poteri curativi di piante ed erbe, la ciclicità della vita, accettava le tappe del cammino iniziatico femminile con serenità e devozione. Così il Menarca, la Maternità e la Menopausa erano sempre vissuti come momenti sacri, momenti in cui la Divinità entrava più profondamente nel corpo e attraverso il corpo manifestava il potere creativo, il potere del dare la vita e con esso la magia della Creazione.

Ma cosa accade oggi quando una donna si chiede cos’è una donna?

Sembra che di fronte a questa domanda la donna avverta sulle prime come il risuonare nella mente di un’eco lontana, e senta poi quest’eco scenderle al cuore e poi al ventre, e poi il risalire a spirale di un’energia potente lungo la colonna vertebrale. E mentre l’energia risale, l’eco si trasforma in migliaia di voci pulsanti che chiamano la donna per nome. Ma al momento di darsi una risposta non le escono più le parole, e il battito dell’Universo appena percepito sembra cessare. Eppure quel battito esiste, laggiù, nello strato profondo della psiche, sepolto da secoli e secoli di regole, impedimenti, convenzioni, pregiudizi, “buona educazione”. Non è stato soltanto il mondo maschile a recludere il femminile laggiù, ma le donne stesse, ormai sradicate dal loro Sé al punto da non riconoscere più le forze che lo animavano mentre si adeguavano ad un modello sociale piatto e repressivo. I recenti movimenti femministi hanno aperto alcune strade, hanno scardinato con grinta e con rabbia i cancelli della libertà sociale e della parità di diritti, ma questa lotta impetuosa non è stata in grado (non per sua debolezza, ma perché nella lotta non può ancora esserci equilibrio) di recuperare il seme antico, la luce antica, la verità antica, l’antica bellezza che ogni donna porta in sé. Ora siamo socialmente più libere, ma non più felici. La libertà conquistata con dura fatica ha portato nuovi impegni e nuove responsabilità, a volte ha invaso il mondo maschile incutendo più timore che rispetto, creando distanza più che unione, e fratture anziché condivisione tra uomini e donne. L’aver lottato e ottenuto diritti ha risvegliato nella psiche delle donne una sana componente maschile, ma non la natura femminile. La natura femminile non è quella dell’obbedienza nel silenzio, né quella di vivere una parità che strozza l’anima con irruenza, ma quella di vivere in sé il proprio mistero, impregnarsi della propria Luce, godere della propria canzone, impossessarsi del Nume e farlo vibrare.
Non occorre più parlare, abbiamo parlato abbastanza, non occorre più fare, abbiamo fatto abbastanza. Occorre Essere, essere Donna, essere Dono. I termini “donna” e “dono” sono così simili nel suono da evocare il medesimo simbolo del dare. Ma “dare” non è quell’obbligatorietà a cui siamo state educate, quel cercare un perfezionismo che soddisfi l’idea che di noi ci siamo costruite, o che altri hanno contribuito a farci costruire, per sentirci dire che “così va bene”, “così sei brava”,  in altre parole, per poter meritare un po’ d’amore. Essere Dono non vuol dire soltanto donare, ma fare della propria natura femminile un dono, al punto da essere Luce per gli altri in modo assolutamente naturale, senza ostentazione, senza sforzo, Luce che arriva dal profondo per il semplice fatto che arriva, per il semplice fatto che c’è e che può manifestarsi così com’è.

tratto da “La Via della Luce Femminile” di Loretta Martello, Edizioni Cerchio della Luna, 2007

Le 13 Notti Sante

Vivere il Natale alla luce della Scienza dello Spirito

Fonti: Rudolf Steiner, Enzo Nastati.

La nascita di Cristo (il portatore di Luce) si colloca nei giorni del Solstizio d’inverno, quando le tenebre sono al massimo grado e le giornate sono le più brevi dell’anno. Cristo nasce in questi giorni per celebrare la risalita della Luce sull’Oscurità, ossia, in termini spirituali, la nascita della Coscienza sulle tenebre dell’inconsapevolezza, la vittoria dell’Amore sulle Tenebre della materia.
Tutto il periodo compreso tra la notte del 24/25 dicembre e la notte del 5/6 gennaio, è particolarmente permeato di forze spirituali. Le forze archetipiche discendono profondamente nella Terra, allo stesso modo la vita è conservata dentro gli Esseri, la nostra Coscienza è fortemente centrata in se stessa.
In ognuna di queste notti agisce una particolare energia zodiacale, ognuna delle quali favorisce lo sviluppo di una corrispondente facoltà interiore:

NOTTE

CORRISPONDENZA

FACOLTÀ  INTERIORE

24 dic.

PESCI Umiltà

25 dic.

ACQUARIO Accettazione del destino

26 dic.

CAPRICORNO

Mantenere saldi gli ideali

27  dic.

SAGITTARIO

Non lasciarci ingannare dalla materia

28 dic.

SCORPIONE

Trasformazione dell’Anima

29 – 30 dic.

BILANCIA

Trasformazione del Corpo Vitale

31 dic.

VERGINE

Trasformazione del Corpo Fisico

1 gen.

LEONE

Coraggio del sacrificio

2 gen.

CANCRO

Creazione dell’Armonia

3 gen.

GEMELLI

Amore come atto di libertà

4 gen.

TORO

Contemplazione dello Spirito Santo

5 gen. ARIETE

Entità del Cristo

Attraverso la meditazione e l’interiorizzazione possiamo sviluppare queste facoltà ed ottenere la forza per progredire nel cammino evolutivo della nostra Coscienza

Queste Notti aprono spazi infiniti dentro di noi se accettiamo ed ascoltiamo il messaggio contenuto in esse.
Sappiamo che i primi ad incontrare Gesù furono i Pastori e i Magi: i Pastori sono coloro che conoscono il linguaggio umile dell’Amore che viene dalla Terra e dagli Animali; i Magi, il linguaggio segreto delle Stelle. Così, anche noi possiamo comprendere che per far nascere il Bambino Gesù in noi (cioè il nostro Bambino Interiore, la nostra Coscienza, il nostro Sé) è necessaria la conoscenza della dolce forza dell’Amore e dei Misteri del Cielo.
Amore e Conoscenza sono le Vie per incontrare il Sé, il Cristo in noi, la Luce.
Questo è il vero significato del Natale e i doni che ci scambiamo in questo giorno sono un ricordo di quell’antico dono d’Amore e di Luce che il Cristo, fattosi Uomo, portò sulla Terra.

 

IL CAPODANNO

La Scienza dello Spirito insegna che le 13 Notti Sante sono momenti particolarmente pregni di forze spirituali, dove le Gerarchie Celesti sono più vicine a noi. In modo particolare questo avviene la notte del 31 dicembre, nel minuto tra le 24.00 e le 00.01. In quel minuto i nostri desideri vengono accolti dalle Gerarchie Spirituali e ci vengono resi durante il corso dell’anno.
Valorizziamo, quindi, questo momento con un piccolo rituale, o un raccoglimento in silenzio o preghiera.
Se stiamo festeggiando l’arrivo del nuovo Anno in compagnia di amici e parenti, possiamo prenderci tutti per mano in questo minuto sacro di mezzanotte, chiudiamo gli occhi e concentriamoci intensamente sui nostri desideri e aspirazioni, immaginando che vengano portati dai nostri Angeli verso il Cielo.
Dopo questa breve ed intensa esperienza, anche gli auguri che ci scambieremo saranno più ricchi di Amore e Gioia.

SIA GIOIA ED AMORE ANCHE PER TE ! 

Buon Anno, 

Loretta 

NATALE: IL MISTERO DELLA LUCE NASCOSTA

Nel punto massimo di oscurità noi troviamo quell’elemento preziosissimo di Luce, che è il nostro Sé Superiore, rappresentato dalla nascita di Gesù.

Si radunavano già alla vigilia. In silenzio sperimentavano che si trattava di un evento importantissimo. Erano radunati seduti al buio in profondo silenzio. Quando arrivava mezzanotte avevano già trascorso ore seduti al buio. Il pensiero dell’eternità era già sceso nel loro intimo. Poi, verso mezzanotte, si innalzavano voci misteriose; voci che si alzavano e si abbassavano. I discepoli sentendo queste voci sapevano che si trattava della musica del cosmo. Il raccoglimento profondo invadeva i loro cuori. Allora si intravvedeva una debole luce. Il chiarore proveniva da una sfera debolmente illuminata. Il disco illuminato diventava sempre più scuro fino a diventare completamente nero. E nello stesso tempo la stanza si rischiarava. Quelli che la vedevano sapevano che la sfera scura rappresentava la Terra… Poi verso mezzanotte al posto del cerchio della Terra si innalzava un cerchio di colore rosso-violetto, su cui era scritta una parola… Nella nostra lingua moderna la parola è Christos. Coloro che la vedevano sapevano: questo è il Sole. Appariva loro nell’ora di mezzanotte, mentre tutto l’universo dormiva nel buio più fitto. Per i discepoli era chiaro che in quel momento avrebbero visto ciò che viene detto nei Misteri: vedere il sole a mezzanotte.

R. Steiner, 17 dicembre 1906

La nascita di Gesù viene collocata il 25 dicembre, nei giorni del solstizio d’inverno, quando “l’universo dorme nel buio più fitto”, la Terra è ghiacciata e tutto il calore dell’estate si è ritirato all’interno della terra stessa.
Cristo, il vero portatore di Luce, è “il sublime Essere del Sole”, e nei giorni santi, tra il 25 dicembre e il 6 gennaio, il Cristo-Sole vince sulle tenebre. Ha così inizio il risalire della Luce e del Calore dalle profondità della Terra verso la sua superficie. Questa risalita si completerà nel solstizio d’estate.
Similmente a quanto accade alla Terra, anche dentro di noi c’è il risveglio di un pulsare interiore di Luce ed Amore che si è raccolto al nostro interno a partire dai giorni di S. Giovanni (solstizio d’estate) e che ha raggiunto il suo massimo punto di interiorizzazione al solstizio d’inverno, e da questo punto comincia ad espandersi.
Questo è anche il motivo per cui, all’inizio dell’Avvento, si celebra il rito della Spirale, la quale rappresenta la discesa verso la Luce attraverso le varie sfere dell’oscurità.
Nel punto massimo di oscurità noi troviamo quell’elemento preziosissimo di Luce, che è il nostro Sé Superiore, rappresentato dalla nascita di Gesù.
Le quattro settimane d’Avvento unite ai 13 giorni santi formano 40 giorni. Il numero 40 rappresenta sempre la “profonda trasformazione”, il tempo compiuto di un passaggio da un tipo di vita (fisica o spirituale) ad un’altra.
Le quattro settimane sono in relazione con i nostri quattro corpi: Fisico (corpo manifesto), Eterico (corpo della Vita), Astrale (corpo dell’Anima), Spirituale (corpo dell’Io), ed in ognuna di esse avviene la purificazione di queste quattro parti che costituiscono la nostra entità umana.
L’Avvento può essere un periodo abbastanza difficile, per il processo di lavoro interiore che vi viene svolto, anche se per noi accade quasi totalmente in maniera inconscia.
L’ultima settimana, quella in cui viene preparato il nostro Io, è la settimana dove viviamo interiormente la prova della solitudine. Il termine solitudine significa “tutto nel sole”, ed è bello comprendere come, nella nostra solitudine, noi troviamo il nostro Sole Interiore, cioè il nostro vero Sé (la natura del Cristo in noi è infatti la natura del Sole).
Avvenuta questa ultima purificazione, siamo pronti ad accogliere il Cristo Gesù, che è l’Io Superiore, la Coscienza Divina che porta in noi il principio della Libertà e dell’Amore.
Il giorno 24 dicembre si festeggiano Adamo ed Eva, cioè il ricordo del Paradiso terrestre, del quale Gesù ce ne donerà una parte nei Giorni Santi.
Durante questi 13 Giorni e 13 Notti Sante, scendono “realmente” sulla Terra le forze Cristiche e noi facciamo l’esperienza dell’incontro con il Cristo ogni notte per 13 notti (ogni notte è legata ad una specifica costellazione zodiacale). Questi sono giorni e notti davvero sacri, che dovremmo vivere nella pace, con momenti di contemplazione e meditazione. Sono anche giorni in cui gli esseri divini (Gerarchie Angeliche) presenti sulla Terra ascoltano in modo particolare i nostri desideri e le nostre preghiere.
Per noi adulti sarebbe importante dedicare del tempo, prima di dormire, a meditare sui mesi dell’anno trascorso (un mese ogni sera) per cercare di mettere a frutto l’esperienza fatta in quel mese e deporre nuove speranze e progetti per i mesi futuri.
Per i bambini, possiamo mettere sotto l’albero un regalino ogni mattina (anziché esaurire tutto la mattina del 25). Basta anche una piccola cosa, che tuttavia abbia il valore simbolico di ricordare al bambino che ogni notte viene visitato da Gesù.
I bambini “sentono” profondamente in sé questa Verità e possono vivere questi giorni in un’atmosfera davvero mistica. E’ bello poter condividere con loro storie e fiabe relative al Natale e ai segreti della natura in inverno. E’ importante trovare dei momenti per una preghiera insieme, o per accendere una candela prima di dormire, esprimendo la gioia per il giorno trascorso o un desiderio per il giorno successivo.
Il 6 gennaio, oltre a ricordarci l’arrivo dei Magi e della Stella (ossia il dono della Saggezza, mentre i pastori avevano portato il dono della semplicità del cuore), è anche il giorno del Battesimo al Giordano, ossia il giorno in cui l’entità divina del Cristo discende su Gesù.
Dal 6 gennaio e fino alla Pasqua saremo accompagnati da questa nuova forza (che nella nostra semplice percezione rappresenta un nuovo inizio: “anno nuovo, vita nuova”).
Il Capodanno rappresenta l’incontro delle due correnti del tempo, una che dal passato va verso il futuro e una che dal futuro va verso il passato.
È il momento più intenso delle 13 Notti. Sulla Terra sono presenti gli Spiriti del Tempo (gli Archai o Principati) e nel momento che va dalle 24 alle 00,01 è come se avvenisse un incontro delle due correnti del Tempo ed il tempo si fermasse per un attimo. In quel minuto abbiamo la possibilità di “chiedere” ciò di cui abbiamo bisogno con la certezza che questa nostra richiesta verrà custodita dalle alte Gerarchie Spirituali e che vedremo i suoi frutti nei giorni d’estate.

Tutto questo è estremamente ricco di simboli e di misteri e noi abbiamo ancora poca forza per poterli penetrare a fondo, tuttavia, accogliere il Natale come un dono di Luce che si sviluppa nel nostro cuore e che ci lega alla Luce che vive nel Cuore di Madre Terra quale grembo della Luce del Sole, può essere l’inizio di un modo nuovo di percepire un evento, che da tempi molto antichi è avvertito come sacro (molto prima della nascita storica di Gesù) e che ai nostri giorni ha perso quasi completamente il suo carattere originario.
Auguro di vivere davvero le Festività Natalizie accompagnati dalla musica interiore che le Forze Archetipiche elargiscono su tutta la Terra e in ognuno di noi.

San Michele, la festa degli uomini liberi

Rudolf Steiner credeva profonda­mente nell’importanza di creare una festa per Michele, per questa Maestà dei mondi spirituali, che oggi è la guida di tutti coloro che con coraggio ed entusiasmo si ac­cingono a trasformare il male in bene.
Il 29 settembre dovrebbe diventare un giorno celebrativo di particolare intensità spirituale, qualora si rico­noscesse nell’Essere di Michele Colui che opera a fianco del Cristo per condurre l’uomo verso la sua autentica meta: la libertà e l’amore.
La ricorrenza di San Michele si colloca nei giorni del primo au­tunno, quando la natura comincia a chiudersi e le forze cosmiche si ri­tirano nel cuore della Terra; quando la nostra anima, allo stesso modo, si rivolge verso se stessa, nel calore della rinnovata intimità. L’azione di Michele in prepara­zione al periodo autunnale inizia ancora ad agosto, con la caduta delle meteoriti, il cui ferro forma la sua spada cosmica. Essa discende dalle altezze della Via Lattea fino alla Terra e porta all’uomo le forze per stare nell’interiorità, per non scivolare nell’illusione dei sensi fisici, nell’illusione della materia, ma per trovare dentro di sé le vie di cono­scenza ed autoconoscenza. Tutti riconosciamo nell’Arcangelo Michele (ora passato al livello su­periore di Archai, o Spirito del Tempo) colui che lotta contro il drago, contro le forze del male che sempre ci tentano e alle quali Mi­chele si oppone con la sua spada che tiene il drago immobile in basso. Michele non lo uccide, ma arresta il suo movimento affinché non si alzi al livello del cuore.
Il cuore è la sede dell’amore, ma è anche il luogo che Michele custo­disce quale dimora di un nuovo pensare, di un pensare puro, libero, elevato, un pensiero che si apre ol­tre l’intellettualismo e la raziona­lità.
La spada di Michele non è simbolo di morte, ma di protezione dal male e anche di elevazione. Egli infatti indica con essa, levandola verso il cielo, la vera natura superiore dell’uomo.
Altri suoi simboli sono la Bilancia, che indica il raggiungimento dell’equilibrio, ma anche la possi­bilità di “pesare” il bene fatto; e la Piuma, con la quale egli pesa l’anima, perché soltanto se l’anima è leggera (pura) come una piuma può passare la Porta del Sole (Pa­radiso).
Oggi è quanto mai necessario avvi­cinarci al mistero che circonda questa sublime figura, così vicina al Cristo (egli è anche chiamato “Il Volto del Cristo” e “Guardiano della Porta del Sole”, ed il Sole è la dimora del Cristo e del nostro Io Superiore) e contemporaneamente così vicina alla Terra e ad ogni uomo che con buona volontà e retto pensare accoglie il suo im­pulso.
E’ necessario, perché Michele è in questo tempo il Reggente Celeste della nostra Terra. Gli arcangeli si susseguono nella reggenza ogni 350 anni, ed ora siamo nell’era di Michele, che iniziò nel 1879 e che durerà fino al 2250 circa. Michele successe a Gabriele, il cui impulso era la protezione della maternità e dei legami di sangue. Michele porta invece un impulso del tutto nuovo. Egli invita alla fratellanza tra i popoli al di là del sangue e delle razze, invita al coraggio (core-agire = azione del cuore), in­vita a sviluppare la conoscenza spi­rituale, l’esercizio del pensiero che si eleva sui pensieri “pensati” e at­tinge direttamente dal mondo delle Idee Universali. La lotta che egli svolge con il drago è soprattutto lotta tesa a preservare l’intelligenza-saggezza dal suo de­teriorarsi nel materialismo. Tale intelligenza, che fin dai primordi fu custodita da Michele nei Mondi Superiori, è ora disponibile all’uomo sulla Terra, e pertanto può essere facilmente “rubata” dai Poteri Oscuri che operano nelle no­stre istituzioni, e che la usano in modo totalmente materialistico. Di tale intelligenza sono colme le scuole e le università, volte ad ot­tenere come risultato lo sviluppo di un pensare nozionistico e tecnici­stico, un pensare freddo, privo di sostanza vivente, un pensare che muore in se stesso.
Alle anime dei bambini e dei gio­vani d’oggi, assetati di conoscenza e di verità, viene offerto un pen­siero morto che sviluppa altri pen­sieri morti e spegne la coscienza, fino a giustificare e propugnare qualsiasi forma di negazione di vita (tecnologia distruttiva, manipola­zioni genetiche in campo sanitario ed alimentare, clonazioni, speri­mentazioni su animali e feti umani, vaccinazioni di massa…) In questo mondo di tenebre, di intelligenti pensieri resi morti dal drago (Arimane-Satana), Michele si leva come Speranza, come Forza, come purissima Luce.
Egli, “il fiammeggiante principe del pensiero”, guarda al nostro pensare e al nostro agire volonte­roso in conformità al libero pensare e all’impulso del cuore. Egli acco­glie ogni nostra azione svolta in li­bertà e protegge tutti coloro che sono in grado di pensare da sé, che sanno riunirsi in gruppi o comunità per affinità d’anima e di ideali mo­rali sgorganti liberamente dalle forze dell’individualità cosciente ed autocosciente.
Michele è dunque oggi vicino alla Terra e all’uomo. Egli guarda con particolare attenzione al lavoro de­gli antroposofi, in quanto l’Antro-posofia è proprio il dono che Michele ha fatto all’umanità, attraverso il suo servitore più grande: Rudolf Steiner.
L’Antroposofia (anthropos= uomo; sophia=saggezza; saggezza del-l’uomo) è la scuola di Michele sulla Terra e compenetrarsi di tale impulso di conoscenza significa già essere suoi discepoli. Tuttavia, anche se non si è antroposofi, è pur vero che ci siamo tutti “incarnati” in questa era micheliana; un’era in cui è anche presente il Cristo sul piano eterico adiacente alla Terra, un’era in cui Maria-Sofia attra­versa il suo settimo anno cosmico, un anno (che corrisponde ad un se­colo in termini terreni) di compi­mento.
E’ davvero un periodo speciale e probabilmente unico quello che stiamo vivendo, dove le forze di Luce non sono mai state così alte, ma dove, in contrapposizione, si muovono altrettante forze di tene­bra. E’ necessario non sprecare un’opportunità così grande, un Bene che arriva dai Mondi Supe­riori ad ogni anima che si apre fi­duciosamente e coraggiosamente alla Conoscenza, quella Cono­scenza che oggi è solo all’inizio del suo operare e che sarà il nutri­mento di ciò che deve accadere in futuro.
Per questo oggi è importante una festa per Michele. Essa significa una festa per la Libertà, per la Ve­rità, per la Saggezza che vive nel cuore. E più che mai risuonano con forza per tutti noi le parole che Rudolf Steiner diede nel suo ultimo discorso, proprio il 29 settembre:

… “E voi, figli della conoscenza spirituale,

accogliete il saggio cenno di Michele,

accogliete la parola d’amore del cosmico volere creatore

nelle mete supreme dell’anima vostra”.

La Salute: un Dialogo tra l’Io e l’Anima

Per porre la domanda “cos’è malattia” e “cos’è salute” è necessario prima chiedersi “cos’è – chi è l’uomo?”
Chi è l’uomo? E qual è la sua missione sulla Terra?

E’ strano come l’attuale scienza abbia dimenticato queste domande, così presenti nel profondo dell’anima umana fin dagli antichi tempi, ed oggi più che mai attuali dato il grande momento trasformativo ed evolutivo che stiamo vivendo.

A queste domande Rudolf Steiner ha dato sicuramente un’ampia, intensa e scientifica risposta, portando le antiche fonti conoscitive, un tempo patrimonio soltanto degli iniziati, nell’esperienza concreta dell’uomo d’oggi e nelle sue facoltà di pensiero.

La suddivisione dell’essere umano in quattro parti: fisica-eterica-astrale-spirituale, che unisce in sé i quattro regni della natura compenetrandosi di essi e superandoli in una sintesi più ampia permeata dall’impulso del Cristo, spiega con rigore, precisione e forza Chi è l’Uomo e dove sta volgendo il suo destino e il destino della Terra.

Da queste premesse si può cercare di comprendere cos’è la salute e cos’è la malattia. Si può semplicemente dire che la salute è l’armonia tra le quattro parti costitutive umane e la malattia è una disarmonia di esse. Tale armonia è in relazione con lo scopo evolutivo dell’uomo, che è quello di diventare un essere totalmente spiritualizzato, ossia in grado di elevare a Coscienza quanto abita nel corpo astrale (corpo dell’Anima), nell’eterico (corpo della Vita), nel fisico (corpo della Manifestazione).

Perché dunque ci ammaliamo? Per accorgerci e vedere chi siamo, ossia per realizzare l’evoluzione della nostra Coscienza.

“Conosci te stesso” era scritto nel tempio di Delfi, e Cristo disse che il suo nome è “Io Sono”. Conoscere se stessi quindi, per arrivare all’Essere, a quell’unione dove la varie parti costitutive dell’uomo torneranno ad essere Luce.

Nella mia attività di psicoterapeuta ho potuto facilmente osservare come la grande varietà di disturbi e malattie abbiano la loro origine nell’interiorità dell’uomo ed in modo particolare nel corpo astrale, nel corpo dell’Anima  e nella sua relazione con l’Io (lo Spirito). Avevo visto come i malati di mente non si ammalavano di cancro e avevo visto anche come la soppressione farmacologica di una psicosi poteva trasformarsi in cancro, e così pure il contrario, ossia come la rimozione di un tumore poteva poi convertirsi in depressione o psicosi. Questo trasferimento del male dalla mente al corpo o dal corpo alla mente, non poteva che avere radici in una certa area intermedia tra corpo e mente. Quella zona intermedia del nostro essere è ciò che chiamiamo “anima” ed in modo particolare quella parte dell’anima che l’antroposofia definisce “anima senziente”. Questo mondo animico che raccoglie tutte le nostre emozioni e sentimenti, che porta in sé moltissimi elementi inconsci del passato in questa vita e in altre vite, è quella parte di noi che deve essere guardata, riconosciuta e trasformata affinché ciò che era inconscio salga alla coscienza e possa quindi intessere il dialogo con l’Io.

Passo dopo passo, il cammino della vita dovrebbe essere uno sguardo attento ai messaggi dell’anima, in modo che i contenuti di essa possano essere compresi ed integrati nella coscienza, in modo che essa si liberi e si purifichi dalle catene del passato, dalle emozioni ostacolanti, dalle ombre e dal disordine di oscuri moti interiori.

L’anima vuole il dialogo con l’Io. Essa è come un essere femminile che si apre alla natura maschile dell’Io. Tuttavia diversi fattori possono impedire il fluire dei processi animici verso l’Io. Tra l’Io e l’anima può crearsi una vera e propria barriera, la cui formazione è dovuta principalmente alla paura e alle sue due figlie minori: la colpa e la rabbia. Questi tre sentimenti sono il grande nutrimento inconscio della struttura difensiva.

I due meccanismi di difesa più importanti nel generare la scissione tra Io e anima sono la “rimozione” e la “negazione”. Queste due difese ricacciano con forza i sentimenti, i ricordi, il dolore, le esperienze negative nelle buie cantine dell’anima, serrano ogni loro passaggio verso la coscienza, alzano la barriera tra Io e Anima, impedendo il contatto, l’intimo dialogo interiore, e stabilendo una sorta di estraneità da se stessi.

Così la malattia mentale avviene quando le pulsioni inconsce dell’anima sfondano la barriera e irrompono nell’Io destabilizzandolo, la malattia fisica invece arriva quando la forza animica non è sufficiente a rompere la barriera difensiva, perché la struttura di questa è troppo organizzata e forte, pertanto i messaggi dell’anima invertono la direzione e vanno verso il corpo.

Tra le varie malattie, il cancro è quella che più rappresenta la vittoria della paura sull’amore, la vittoria della rigida difesa sull’intimo calore del dialogo.

La salute nasce invece dall’aprire le porte sinceramente ed onestamente alla propria intima verità, che è figlia della più grande Verità, cosicché le forze cristiche possano affacciarsi nel dialogo segreto tra Spirito e Anima, tra Sposo e Sposa, e realizzare a poco a poco quell’unione mistica, quel matrimonio sacro al quale dobbiamo tendere per adempiere compiutamente al nostro destino di Libertà e Amore.

 

Un percorso del femminile

La Via della Luce femminile
Copertina del libro “La Via della Luce femminile”

Perché ho scritto questo libro?

Il libro nasce da un’esigenza che molte donne portano in psicoterapia, e cioè la domanda su cosa sia l’essere donna, qual è la natura profonda dell’essere femminile, al di fuori dai contesti culturali e sociali in cui attualmente la donna è inserita.
Si tratta quindi di dare una risposta che rimandi all’archetipo del femminile, una ricerca delle fonti da cui scaturisce l’essenza dell’essere donna.
Nel libro c’è una rielaborazione di contenuti ed esperienze maturate sia nelle mia attività di psicoterapeuta, in quelle personali di madre e di donna, ma soprattutto di ciò che ho potuto sperimentare guidando dei gruppi femminili di ricerca psico-spirituale.
In questi gruppi, in cui ci si incontra tra donne, ci si siede in cerchio a parlare di sé, a raccontare storie e miti, a danzare insieme, ci si ritrova a vivere una dimensione antica, fuori dal tempo, e si vive un momento di solidarietà, un “sentire” comune che dà un senso di grande appartenenza e soprattutto la sensazione di una grande forza interiore che si manifesta come un Fuoco Acqueo, un Fuoco di Luce.
Da qui nasce il titolo: La Via della Luce Femminile. Da qui ho cercato di dare una risposta alla domanda sempre più pressante della donna d’oggi, di conoscere se stessa, di conoscere “consapevolmente” qual è il mistero che la abita (il mistero femminile è legato alla ciclicità del Sangue, al Mondo Lunare, all’Acqua Primordiale, al suono Madre: “M”). Il mistero femminile è la capacità di dare e ricevere amore, di sentire il contatto materno con la Terra, è la forza generativa e creativa, la capacità di dare la Vita, non solo ad un figlio biologico, ma anche ai figli psichici, alle idee, ai progetti, alla conoscenza ed alla sapienza.
Tale forza femminile non è solo delle donne. Parlare di Luce Femminile significa parlare di quell’energia interiore di natura femminile che vive sia dentro l’uomo che la donna, ma che la donna, proprio perché vi è più intimamente connessa, può rivelare al più distaccato e razionale universo maschile.
Il compito del maschile di questi anni, proprio perché ha smarrito la propria identità e non ritrova più in se stesso l’eroe di un tempo, è quello di incontrare un’identità nuova ed una nuova sensibilità solo se accetta di accogliere e vivere il proprio mondo emotivo interiore, cioè la forza femminile. Forse i tempi cominciano ad essere maturi perché l’uomo d’oggi abbracci una nuova iniziazione: anziché aver paura della donna o delle proprie intime emozioni, può cominciare a contattare quel mondo notturno e luminoso che giace anche dentro di lui.